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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2011 alle ore 19:48.

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Missile libico contro nave italiana. Nella foto la nave Berdsagliere della Marina Militare italianaMissile libico contro nave italiana. Nella foto la nave Berdsagliere della Marina Militare italiana

Il missile libico lanciato dalla zona di Zlitan e caduto in mare a due chilometri dalla fregata italiana Bersagliere non significa che Gheddafi è in grado di minacciare le forze navali alleate o che il suo potenziale militare è ancora in grande efficienza. Lo dimostra il fatto che finora la contraerea libica è riuscita ad abbattere solo un piccolo elicottero teleguidato, privo quindi di pilota, decollato da una nave statunitense. In passato la Libia aveva acquistato 200 potenti missili antinave italiani Otomat, parzialmente rimodernati negli anni scorsi dalla società missilistica europea MBDA. Armi temibili finite nel mirino dei raids aerei alleati fin dai primi giorni di guerra, nel marzo scorso.

Secondo fonti vicine agli ambienti Nato sentite da Il Sole 24 Ore non vi sarebbero più Otomat disponibili negli arsenali libici e il missile lanciato nei pressi di Zlitan potrebbe essere invece un'arma antiaerea diretta contro un elicottero britannico segnalato nella zona. Forse uno degli Apache da attacco che i britannici utilizzano per attaccare le formazioni lealiste che proprio a Zlitan sono impegnate in duri scontri con gli insorti.

Secondo quanto riferito il missile libico avrebbe volato per alcuni chilometri seguendo la linea costiera a una quota di poche decine di metri per poi deviare bruscamente e finire in mare a 2 chilometri dal Bersagliere, forse dirottato da contromisure elettroniche. La nave italiana, che si trovava a 12 miglia dalla costa libica, ha individuato il missile fin dal lancio e ne ha seguito la traiettoria sugli schermi radar.

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