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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2011 alle ore 15:59.

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La solidità dei conti pubblici è «ineludibile», ma va «accompagnata e rafforzata con misure per la crescita dell'economia». È un documento di 6 pagine quello che questa mattina è stato presentato al Governo nel corso del tavolo sulla crisi economica a Palazzo Chigi. Un documento comune messo a punto questa mattina nel pre incontro, che si è svolto nella foresteria di Confindustria tra imprenditori, Cgil, Cisl e Uil, e tutte le altre parti sociali. Sei punti per favorire la crescita del paese, illustrati al Governo dalla presidente degli industriali, Emma Marcegaglia a nome di tutte la parti sociali.

Marcegaglia: la parola chiave è urgenza
«Il tema vero da affrontare ora è l'urgenza, la parola chiave è "urgenza". Si prendano decisioni subito», ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al termine dell'incontro a Palazzo Marini tra parti sociali e governo. «Il punto che ci preme di più in questo momento è: da una parte l'equilibrio di bilancio e dall'altra la crescita - ha ribadito la numero uno di viale dell'Astronomia - ci aspettiamo ci aspettiamo di essere convocati a breve dal governo mentre, da parte nostra, già nei prossimi giorni convocheremo una riunione tra le parti sociali.

Parti sociali: occorre un drastico programma per rilanciare la crescita
«Siamo a un bivio», scrivono nel documento le parti soclali. «Occorre un drastico programma per rilanciare la crescita. Un programma da attuare subito». Perché la «gravità del momento non consente pause». Le parti sociali hanno ricordato che «non possiamo permetterci di stare fermi e in balia dei mercati fino a settembre». Che è necessario che il Consiglio dei ministri assuma decisioni rapidamente, sottoponendole al Parlamento immediatamente. Ecco, in sintesi, le sei priorità contenute nel documento per la crescita delle parti sociali.

1. Pareggio di bilancio nel 2014
Il pareggio di bilancio nel 2014 è una condizione essenziale per il ritorno alla normalità nei mercati finanziari, un obbligo costituzionale. Che fine ha fatto questo impegno? Per quanto riguarda la proposta di azzeramento del fabbisogno nell'ultima parte del 2011, osservano, «che questa rischia di scaricare maggiori oneri sul 2012. Noi, invece, riteniamo che si debbano prendere provvedimenti strutturali capaci di incidere sulle tendenze di fondo della spesa pubblica». Evidente che non si può prescindere da interventi per aumentare la produttività del pubblico impiego e per modernizzare il sistema di welfare.

2. Costi della politica
Pe le parti sociali «non è possibile chiedere sacrifici agli italiani senza contemporaneamente procedere a tagli effettivi e credibili a tali costi». Dunque si propone di anticipare subito le riduzioni contenute nella manovra. Senza fare una Commissione per valutare i tagli da fare in relazione agli standard europei (perché «significa solo rinviare»). Bisogna ridurre i costi delle assemblee elettive e degli organi dello Stato.
Abolire le province e accorpare o consorziare i piccoli comuni.

3. Liberalizzazioni e privatizzazioni
Avviare subito un grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni. E affrontare con decisione i temi essenziali della regolazione e dell'apertura dei mercati. Si deve, poi, «intervenire nell'immediato su alcune delle situazioni critiche segnalate dall'Antitrust e procedere alla liberalizzazione delle professioni». Vanno avviate la dismissione e la valorizzazione del patrimonio pubblico, con un piano articolato negli anni. Gli enti locali devono essere incentivati «a dismettere patrimoni immobiliari e società di servizi consentendo loro di utilizzarne i proventi per spese d'investimento superando gli attuali vincoli del Patto di Stabilità».

4. Sbloccare gli investimenti
Servono misure eccezionali per sbloccare le opere già finanziate con risorse pubbliche e private. Vanno rimossi gli ostacoli normativi alla realizzazione delle opere con particolare riguardo alla logistica e all'energia. Bisogna utilizzare, con il necessario cofinanziamento nazionale, «i fondi europei per il Mezzogiorno a partire da quelli dell'anno in corso. Perdere questi fondi sarebbe inaccettabile». Va modificato il titolo V della Costituzione «per recuperare a livelli appropriati la strategia delle grandi reti ed evitare sovrapposizioni di competenze».


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