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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2011 alle ore 14:42.

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Un'altra giornata all'insegna del sangue in Siria. Sono nel complesso quasi sessanta i civili uccisi soltanto oggi nei raid scatenati dai mezzi corazzati del regime di Bashar al-Assad in diverse zone della Siria: lo ha denunciato Suhair al-Atassi, portavoce dell'Unione di coordinamento della rivoluzione siriana, una delle principali organizzazioni dell'opposizione operanti in patria. Un'escalation davanti a cui è forte il pressing della comunità internazionale e degli Stati Uniti, in particolare, per fermare Assad.

Per quanto riguarda gli scontri, secondo il portavoce dell'Unione di coordinamento della rivoluzione siriana, 38 persone hanno perso la vita a Deir Ezzor, circa 320 chilometri a nord-est di Damasco. Altre tredici sono morte in un rastrellamento condotto dalle forze di sicurezza, appoggiate da autoblindo, nei villaggi della pianura di Houla, 30 chilometri a nord di Homs, capoluogo dell'omonima provincia nel centro del Paese. Otto infine le vittime a Hulla, città situata nella stessa provincia e attaccata in forze dai carri armati governativi.

Lo stesso Assad è intervenuto oggi, per ribadire che lo Stato ha il "dovere" di intervenire contro i "fuorilegge". Carri armati e mezzi pesanti dell'esercito sono entrati questa mattina a Deir Ezzor, nell'est del Paese, e a Houlè, nella provincia centrale di Homs, uccidendo 27 civili e facendo decine di feriti. A Deir Ezzor, «le operazioni militari si concentrano nel quartiere di Joura, dove le forze armate e quelle della sicurezza hanno aperto il fuoco, facendo almeno 20 morti e decine di feriti», ha detto il Presidente della Lega siriana per i diritti umani, Abdel Karim Rihaoui. A Houlé sono sette le persone rimaste uccise nelle operazioni condotte da circa 25 carri armati e mezzi di trasporto, entrati questa mattina in città, sempre secondo Rihaoui.

Da parte sua, Assad ha dichiarato che «agire contro i fuorilegge che bloccano le strade, isolano le città e terrorizzano la popolazione è un dovere per lo Stato che deve difendere la sicurezza e proteggere la vita dei cittadini».

Quindi, all'indomani dell'annuncio che entro l'anno si terranno elezioni "libere e trasparenti", il Presidente ha sottolineato come il Paese stia «andando avanti sul cammino delle riforme».

Oggi anche Papa Benedetto XVI ha lanciato un appello "alle autorità e alla popolazione siriana perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignità e a beneficio della stabilità regionale". In mattinata Assad ha avuto anche un colloquio telefonico con il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che lo ha invitato a mettere fine all'intervento militare contro i manifestanti.

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