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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2011 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 12 agosto 2011 alle ore 08:02.

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di Marco Mobili
ROMA. Non ci sarà nessuna eurotassa ma un contributo di solidarietà sui redditi sopra i 90mila euro. E per far tornare i conti il Governo chiederà un ulteriore sforzo dalla lotta all'evasione, con un giro di vite sulla tracciabilità e nuove sanzioni accessorie per i professionisti e autonomi che non rilasciano fattura e per i commercianti che non emettono scontrini. A completare il pacchetto delle misure fiscali c'è la conferma dell'armonizzazione per decreto delle rendite finanziarie (Bot esclusi) al 20% e la possibilità per i sindaci di sbloccare le addizionali comunali già dal 2012, ampliando così i margini concessi dal federalismo municipale (si veda il servizio a pagina 4) .

Nessuna eurotassa o patrimoniale, dunque, ma nelle intenzioni del Governo (ancora oggi al lavoro sui testi), ci sarebbe la volontà di introdurre un contributo di solidarietà del 5% sulla parte di reddito di dipendenti e autonomi che eccede i 90mila euro e non oltrepassa i 150mila euro. Oltre questa soglia la percentuale della solidarietà o se vogliamo della nuova maxi-addizionale all'Irpef sale al 10 per cento. Il prelievo dovrebbe avere durata biennale ma non si esclude di portarlo a tre anni, ovvero fino al 2014. Resterebbero esclusi sia i pensionati, i cui trattamenti 'd'oro' subiranno, già a partire dal prossimo mese di settembre, un analogo prelievo disposto dalla stessa manovra di metà luglio, sia i dipendenti pubblici che, proprio fino al 2014, si vedranno tagliare sempre con le stesse modalità del contributo, le buste paga che eccedono i 90mila euro.

Accogliendo le richieste avanzate dalle parti sociali anche nel corso dell'ultimo confronto sullo stato della crisi, il Governo rimetterà mano alla tracciabilità delle compravendite. L'intenzione è quella di ridurre da 3.000 a 2.500 euro la soglia oltre la quale scatta l'obbligo di comunicazione telematica all'amministrazione finanziaria delle operazioni rilevanti a fini Iva effettuate in contanti. Il cosiddetto 'spesometro', entrato in vigore dal 1° luglio scorso, è stato già oggetto di una doppia modifica: con il decreto sviluppo di giugno la tracciabilità non si applicherà alle operazioni effettuate con carte di credito, di debito o prepagate emesse da operatori finanziari obbligati alla comunicazione dei rapporti e delle operazioni con la clientela all'Anagrafe tributaria; con la manovra di metà luglio gli operatori finanziari che emettono carte di credito, di debito o prepagate e che sono soggetti agli obblighi di comunicazione all'Anagrafe devono comunicare anche all'Agenzia delle entrate le operazioni effettuate nei confronti di contribuenti non soggetti passivi Iva, in relazione alle quali il pagamento dei corrispettivi sia avvenuto mediante carte di credito, di debito o prepagate emesse dagli operatori finanziari stessi.

Sempre sul fronte della lotta all'evasione l'altra novità sarebbe il ritorno della sanzione accessoria per gli autonomi che omettono fatture e scontrini. Nel mirino i professionisti e i commercianti che in caso di ripetute violazioni sull'emissione di questi documenti potrebbero anche vedersi chiudere gli studi professionali o gli esercizi commerciali.
Confermato dallo stesso Tremonti l'arrivo dell'armonizzazione delle rendite finanziarie per decreto. L'idea (si veda Il Sole 24 Ore di ieri e l'approfondimento in pagina) prevede l'introduzione di un'aliquota unica al 20% sui redditi di natura finanziaria - con esclusione dei titoli di Stato - che oggi scontano il 12,5% sui capital gains e il 27% sugli interessi dei conti correnti.

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