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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2011 alle ore 15:03.

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«Con i tagli che il Governo ci ha proposto oggi possiamo dire ufficialmente che il federalismo fiscale è morto». Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni non usa mezze misure dopo l'incontro con il Governo a Palazzo Chigi. «Il federalismo fiscale era già stato affossato dalla manovra di luglio - ha detto Formigoni - senza dimenticare che che era pesata molto anche la manovra dell'autunno 2010. Ma con le prospettive di tagli comunicateci oggi dal Governo possiamo dire - ha ribadito - che il federalismo fiscale è definitivamente morto».

Tagli per 6 miliardi agli enti locali. Ma per Formigoni «il decreto non è blindato»
Il Governatore della Lombardia è poi entrato nello specifio sull'entità dei tagli annunciati dal Governo: «Per quanto riguarda il comparto Regioni, Province, Comuni, c'è stato annunciato un taglio di 6 miliardi per il 2012 e 3 miliardi per il 2013. I 6 miliardi - ha spiegato Formigoni - sono così
distribuiti: 1,7 miliardi ai Comuni, 0,7 alle province, 1,6 alle Regioni a statuto ordinario e 2 alle Regioni a statuto speciale».
Eppure Formigoni si dice certo che l'ultima parola sul decreto non è stata ancora detta: «Anche il presidente Berlusconi si è mostrato perplesso sui tagli agli enti locali che rischiano di mettere ancora più in difficoltà la nostra gente», ha aggiunto, ribadendo la disponibilità a cercare, assieme al Governo, delle «misure alternative» per fare fronte alla crisi, senza però «apportare quei tagli che rischiano di tradursi a tagli alla spesa sociale e ai servizi». «Ma il decreto non è blindato», ha concluso

Calderoli: «Formigoni si sbaglia sul federalismo fiscale»
«Mi spiace dissentire profondamente dal giudizio espresso dal presidente Formigoni in relazione al federalismo», afferma il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. «Sbaglia completamente, tenuto conto che Comuni e Province hanno fortemente richiesto, all'incontro
che abbiamo avuto oggi con loro, tavolo a cui peraltro partecipava lo stesso Formigoni, un'anticipazione al 1° gennaio 2012 dell'attuazione completa del federalismo Comunale e Provinciale. La suddetta richiesta di anticipo da parte di Comuni e Province certifica che il federalismo, per gli enti locali, rappresenta l'unico strumento tramite cui superare l'attuale crisi. Il Governo ha dato disponibilità alle richieste in tal senso di Comuni e Province e se anche le Regioni lo vorranno confermiamo la stessa analoga disponibilità anche nei loro confronti».

Zaia: «Non toccheremo i servizi sociali». Alemanno: «L'Anci pronto a mobilitarsi»
Ma sui tagli agli enti locali la battaglia non sembra finita. Anche Luca Zaia, governatore del Veneto, chiosa che «nonostante il bilancio rigoroso che
dovremo affrontare il Veneto salverà dai tagli le colonne portanti della vita dei propri cittadini: Sanità, Sociale, Formazione Scuola Lavoro e Trasporto Pubblico non verranno toccati».
Dura anche la reazione di Gianni Alemanno, sindaco di Roma e vicepresidente dell'Anci: «I tagli che ci sono stati comunicati oggi dal Governo attaccano il solo fronte sociale. Per quanto ci riguarda noi sindaci siamo disponibili a mettere ai raggi X le nostre spese, che sono tutte incontenibili». A questo punto - ha esortato Alemanno - l'Anci deve mobilitarsi, anche se ci auguriamo che il Governo possa apportare le opportune correzioni ai tagli di cui oggi ci ha parlato. Anche ad Alemanno, però, il premier è sembrato «molto perplesso» sul piano tagli. E come gli altri, spera in una revisione di quanto annunciato, anche perché per la città di Roma, che nell'ottobre scorso ha acquisito lo status di Capitale, i tagli significherebbero «una riduzione delle sue risorse per 270 milioni di euro in due anni, visto che pesa per il 10% del totale». (Ch. B.)

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