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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2011 alle ore 15:20.

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L'ambasciata di Libia a Londra (Ap)L'ambasciata di Libia a Londra (Ap)

AAA Vendesi palazzo in centro a Londra, a prezzo di realizzo, con limousine quasi nuova in garage. Pagamento in contanti. Rivolgersi all'ambasciata libica. L'annuncio non è mai apparso da nessuna parte, ma messaggi simili sono circolati per diversi giorni nella capitale britannica. Quando Londra il mese scorso ha seguito l'esempio di altri Paesi alleati e ha ufficialmente riconosciuto il Consiglio Nazionale Transitorio come legittimo Governo della Libia, ha anche dato pochi giorni di tempo ai diplomatici del colonnello Gheddafi per lasciare la Gran Bretagna.

In quei giorni, hanno rivelato ora fonti dell'intelligence britannica, è scattato il panico all'Ambasciata e al Consolato libici. Molti diplomatici, pare dietro ordine diretto di Gheddafi, hanno tentato di vendere tutto il vendibile in contanti a prezzi da saldo per cercare di riportare in patria il più denaro possibile. L'obiettivo era vendere beni per 100 milioni di sterline, compresi nove palazzi in zone del centro come Mayfair e Kensington, una villa nelle campagne inglesi, e decine di limousine e Mercedes.

Camion sono comparsi davanti all'Ambasciata e al Consolato pronti a caricare, secondo la fonte, "tutto quello che non era inchiodato a terra": mobili, tappeti persiani, computer, televisioni. A questo si sono dovuti fermare. Intanto infatti molti dipendenti dell'ambasciata, contrari a Gheddafi e preoccupati per quanto stava avvenendo, hanno pensato bene di sabotare questi "saldi illegali" e hanno nascosto le chiavi delle auto e i documenti di proprietà dei vari immobili per impedire ai diplomatici di vendere anche quelli. Hanno anche avvertito le autorità britanniche, e infine è intervenuto il Tesoro congelando la vendita di tutti i beni di proprietà del Governo libico in Gran Bretagna.

Questa settimana c'è stato poi il lieto fine: Ambasciata e Consolato sono stati consegnati ai nuovi proprietari, i rappresentanti del Consiglio Nazionale Transitorio. Che hanno trovato intatti i palazzi e le limousine parcheggiate in garage, ma pochi tappeti, nessuna televisione e zero computer.

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