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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2011 alle ore 15:15.

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MOSCA. Samuel Eto'o non è più un giocatore dell'Inter. Nel fine settimana il 30enne asso camerunense dovrà essere sottoposto a una serie di test medici, dopodiché nel giro di 2-3 giorni entrerà a far parte della squadra caucasica Anzhì di Makhachkala (Daghestan), appartenente all'oligarca vicino al Cremlino, Sulejman Kerimov, che avrebbe pagato circa 35 milioni di euro a Massimo Moratti.

Il contratto che il multimiliardario russo avrebbe offerto a Eto'o sarebbe di 15 milioni di euro netti all'anno. Eto'o giocherà per Anzhì per almeno tre stagioni, mentre l'annuncio ufficiale sul passaggio dell'ex attaccante dell'Inter dovrà essere fatto entro la fine della settimana prossima.

Il 45enne Kerimov, che la rivista statunitense Forbes ha piazzato al 118° posto tra gli uomini più ricchi del mondo con un capitale personale pari a 7,8 miliardi di dollari, ha interessi in molti settori strategici, dal petrolio ai metalli, dalla produzione di concimi chimici all'industria delle costruzioni. Dopo la crisi finanziaria globale Kerimov ha colto il momento per acquisire dei pacchetti azionari in alcuni gruppi bancari europei tra cui The Royal Bank of Scotland e Fortis.

Il calcio è la seconda grande passione di Kerimov dopo il suo business. Uno degli uomini più ricchi della Russia e senatore - al Consiglio della Federazione (la Camera alta del Parlamento di Mosca) rappresenta la sua repubblica caucasica del Daghestan - Kerimov ha acquisito il 100% del capitale sociale di Anzhì lo scorso gennaio per una cifra simbolica di un rublo. In cambio Kerimov si è impegnato a investire pesantemente nello sviluppo del club di Makhachkala e più in generale nello sviluppo del calcio in Daghestan. Il presidente di questa repubblica caucasica, Magomed Magomedov, ha dichiarato che la "cessione di Anzhì a Kerimov favorirà una rapida crescita della professionalità dei giocatori", mentre il Governo del Daghestan insieme a Kerimov faranno tutto il necessario per sviluppare le infrastrutture calcistiche nel Caucaso.

La scorsa stagione Anzhì si era trovato all'undicesimo posto nelle classifiche della "premier league" russa, ma Kerimov, dopo aver acquisito il club del Daghestan, ha proclamato l'inizio di una "nuova epoca" per Anzhì. Nei prossimi 3-4 anni Kerimov intende investire nel suo club 200 milioni di euro. Nel giro di pochi mesi il miliardario, che controlla il gruppo petrolifero-finanziario Nafta-Moskva, ha organizzato una serie di trasferte dei giocatori, tra cui il passaggio ad Anzhì del brasiliano, Roberto Carlos. In occasione del 38° compleanno di Carlos Kerimov gli ha regalato una Bugatti Veyron, dopodiché il brasiliano ha chiamato il patron di Anzhì come "mio secondo padre".

Nel giro di pochi mesi ad Anzhì sono entrati a far parte il brasiliano Jucilei Da Silva (ex Corinthians), Diego Tardelli, Mbark Boussoufa. Secondo le stime degli esperti del sito calcistico russo championat.com il valore totale dei giocatori di Anzhì (senza Eto'o) ha raggiunto quota di 52 milioni di euro.

Sull'esempio di Roman Abramovich, tra i nuovi ricchi russi si è creato un club di amatori di calcio, che investono i loro milioni nelle squadre in Russia e all'estero. Lo scorso anno, Bulat Chagaev, uomo d'affari ceceno vicino al presidente, Ramzan Kadyrov aveva acquisito il controllo di Xamax, la squadra svizzera di calcio del Neuchâtel. Appassionato di pallone, Chagaev afferma di nutrire grandi ambizioni per il club elvetico che ora nel proprio stemma porta anche il disegno stilizzato delle montagne del Caucaso e degli tradizionali elementi decorativi ceceni. La Cecenia e il Daghestan sono due territori storicamente rivali del Caucaso e ora questa rivalità passa anche per i campi da calcio.

Lo scorso maggio in occasione dell'inaugurazione a Grozny di un nuovissimo stadio, il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, affiancato da Chagaev (l'investitore del progetto) hanno fatto arrivare nella capitale cecena Diego Armando Maradona, Jean-Pierre Papin, Alessandro Costacurta, Christian Vieri e Franco Baresi. Questa squadra di ex "stelle mondiali" - tra cui erano presenti anche Ivan Zamorano, Fabien Barthez, Manuel Amoros, Roberto Ayala e Alain Boghossian – ha sfidato un team composto da famosi calciatori russi guidati dallo stesso Kadyrov in persona.

L'inaugurazione del nuovo stadio di Grozny è stata interpretata dai media russi come tentativo del leader ceceno di rilanciare una specie della "diplomazia del pallone", volta a raccogliere da una parte i consensi della popolazione della Cecenia, dove il calcio è lo sport più popolare, isolando e neutralizzando invece la guerriglia separatista, nonché ad attirare gli investimenti dall'estero, mostrando come la Cecenia sia diventata una "terra di pace e di calcio". In questo contesto Kadyrov è riuscito a ingaggiare l'ex pallone d'oro, Ruud Gullit, come allenatore di Terek, il club calcistico di Grozny, di cui Kadyrov ricopre la carica di presidente.

Si prospetta dunque una rivalità diretta tra Terek di Kadyrov e Anzhì di Kerimov, ma il momento della verità per i calciatori del Dagestan arriverà già domani, quando a Mosca, allo stadio olimpico di Luzhniki, la squadra di Kerimov sfiderà Spartak di Mosca, del miliardario Leonid Fedun, vicepresidente della seconda maggiore compagnia petrolifera russa, Lukoil.

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