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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2011 alle ore 09:41.

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di Marco Rogari
ROMA. Un cantiere aperto. È quello delle modifiche alla manovra aggiuntiva da 45,5 miliardi. Tra tre giorni, il 23 agosto, al Senato comincerà in commissione Bilancio il percorso parlamentare a tappe forzate (con tanto di sedute notturne) del decreto varato dal Governo ma la maggioranza è ancora alla ricerca di una linea comune sui correttivi.

La Lega smentisce qualsiasi apertura sulle pensioni e chiede risposte sugli enti locali. Il Pdl, sempre alle prese con il caso frondisti, insiste su un intervento sulla previdenza e intensifica il pressing per eliminare, o quando meno addolcire, il contributo di solidarietà sui redditi più alti aprendo la strada al quoziente familiare. Non a caso ieri quasi in parallelo al monito lanciato dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, sulla necessità di collocare la famiglia al centro della manovra, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, è arrivata la formalizzazione dell'emendamento (già annunciato) in favore dei nuclei numerosi: esenzione dal contributo di solidarietà per le famiglie con tre o più figlio e con un reddito sotto i 150mila euro, oltre i quali si pagherebbe il 5%, e abbassamento a 80mila euro della soglia del prelievo per chi non non ha figli. Contemporaneamente da ambienti della maggioranza spuntava un'ulteriore opzione alternativa per reperire risorse: un nuovo piano di dismissioni del patrimonio pubblico.

Piano che poggerebbe su una nuova fase di cessioni delle caserme e sulla dismissione di numerosi immobili oggi destinati a uffici pubblici. Il veicolo per questa operazione dovrebbe essere Fintecna, alla quale potrebbe essere trasferita una quota degli immobili in cambio di liquidità immediata. Il patrimonio dello Stato si aggirerebbe attorno ai 500 miliardi, il 40% del quale sarebbe potenzialmente disponibile.
Nella maggioranza quelle delle dimissioni viene considerata un po' l'ultima carta da giocare nel caso non si raggiungesse un accordo con la Lega su altre modifiche per reperire le risorse necessarie ad alleggerire alcuni capitoli della manovra (prelievo sui redditi più elevati e pubblico impiego).

Al momento la situazione appare di stallo. Sulle pensioni «non c'è nessuna apertura», ha detto il ministro Roberto Calderoli, che ha ribadito la necessità di portare avanti proposte migliorative per gli enti locali e di valutare a settembre un percorso per anticipare il Tfr in busta paga. In realtà sulla previdenza si continua a trattare così come su un intervento più a vasto raggio per razionalizzare le Province. Sembrano invece esserci minori margini per l'aumento dell'Iva caldeggiato da Silvio Berlusconi, che non vede però favorevole il ministro Giulio Tremonti. In ogni caso il premier conta di attuarlo entro l'anno facendo leva sulla delega fiscale.

La tensione resta alta anche all'interno del Pdl e della Lega. Il frondista pidiellino Guido Crosetto continua ad attaccare Tremonti definendolo «arrogante», mentre il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, mette in guardia il Carroccio dai rischi derivanti dalla continua mediazione con Berlusconi e propone una patrimoniale e la tassazione sui capitali scudati. La Lega farà il punto sulla manovra lunedì nel corso della segreteria politica in cui dovrebbero essere formalizzate le proposte di modifica.

Sempre all'inizio della prossima settimana il Pdl dovrebbe cercare di compattare le fila, disinnescando il caso frondisti, come chiesto da Berlusconi. In questa direzione si colloca «la lettera agli amici dissenzienti» firmata sul Giornale da Fabrizio Cicchitto, in cui vengono indicati alcuni temi di riflessione: dalla vendita degli immobili statali al quoziente familiare. Un sì al fattore famiglia arriva dal Pd Giuseppe Fioroni, mentre Walter Veltroni chiede ai capigruppo del suo partito di accelerare sulla riduzione del numero dei parlamentari. Anche il leader Udc Pier Ferdinando Casini dà l'ok al quoziente familiare, anche se sottolinea che questa misura può solo lenire la ferita: il contributo di solidarietà va cancellato e va anche alzata l'età pensionabile.

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