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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 14:26.

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Ribelli libici controllano il distretto di Abu Salim a TripoliRibelli libici controllano il distretto di Abu Salim a Tripoli

TRIPOLI. Saltano sui loro pick-up esibendo le cartucciere, issano le loro bandiere, e urlano: «Si trova lì. Ad Abu Salim!». La voce corre di bocca in bocca. È il primo pomeriggio: Gheddafi sarebbe nascosto, con alcuni dei suoi figli, nel quartiere antistante al suo bunker Bab al-Aziziya, ormai la principale roccaforte a Tripoli delle forze fedeli al Colonnello.

Abu Salim, dove si trova la famigerata prigione del raìs, era stata bombardata in mattinata dalla Nato. Giunti in un piazza circolare che delimita il perimetro del quartiere in mano ai gheddafiani tira una brutta aria. Sono bandiere verdi quelle issate su ogni lampione e sui tetti delle case. Bandiere verdi, simbolo della rivoluzione di Gheddafi (la jamahiriya).Il tempo di accorgersene e un proiettile di grosso calibro sibila vicino al nostro pick-up. Poi raffiche di colpi. Incontriamo alcuni blindati dei ribelli che battono in ritirata. Poco dopo riprende l'operazione. Questa volta ci accodiamo ai ribelli nel loro interminabile convoglio. Sono miliziani di Misurata. Corre voce che siano i più coraggiosi, di sicuro sono i più temerari. Oltrepassata la piazza, il cadavere di un gheddafiano in divisa giace a terra, in mezzo alla strada. I blindati lo sfiorano incuranti. Su un prato di lato ce ne sono molti altri. Contiamo almeno 15 cadaveri, a bocconi, alcuni dei quali ammanettati e uccisi con un colpo alla tempia. Emanano un odore acre, sono stati giustiziati da giorni. Come si temeva, non era facile evitare brutali rese dei conti. Il timore è che siano molto più numerose di quanto si sappia.

Poi dalle case bianche di Abu Salim riprende il combattimento, questa volta è furioso. I gheddafiani sparano all'impazzata, i ribelli rispondono con armi più pesanti che sgretolano le facciate delle case. Alla fine è il silenzio. Una buona parte di Abu Salim è stata conquistata. I ribelli urlano Allah Ak bahar (Dio è grande). Diverse case sono in fiamme. Sui camion dei ribelli vengono portati via decine di prigionieri,

Di Gheddafi però nessuna traccia. Scomparso. Non è la prima volta che i ribelli si trovano vicini all'ex raìs. Anche mercoledì sarebbe sfuggito per un pelo alla cattura: «Gheddafi è ormai in fuga – ha detto in serata da Roma l'ex primo ministro Abdel Salem Jalloud, che nei giorni scorsi è fuggito in Italia - Negli ultimi mesi si è spostato dappertutto, ha dormito una notte in moschea e l'altra in ospedale, molti lo vedevano. Adesso con lui ci sono solo quattro persone e due possibilità: nascondersi nella parte meridionale di Tripoli, e uscirne magari travestito da donna. O riparare subito fuori dalla capitale, ai confini con l'Algeria, o a Sirte: da qui, poi, attraverserà il deserto".

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