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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 12:50.

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Banri KaiedaBanri Kaieda

TOKYO. Un record di 5 candidati per 398 grandi elettori: è partita oggi la campagna elettorale-lampo che si concluderà lunedì con la nomina del nuovo presidente del Partito Democratico giapponese, che diventerà automaticamente premier nei giorni successivi prendendo il posto del dimissionario Naoto Kan. Al Nippon Press Club del quartiere centrale di Hibiya gli sfidanti si sono presentati per il primo dibattito pubblico, o meglio per una conferenza stampa congiunta.

Mancava il convitato di pietra, l'ex controverso leader Ichiro Ozawa, sospeso dal partito per le grane giudiziarie legate a una vicenda di finanziamenti elettorali ma ancora influente "dealmaker" dietro le quinte.

La corrente di Ozawa controlla infatti circa 120 parlamentari del partito, che sommati ai 40 sostenitori del predecessore di Kan, Yukio Hatoyama, rappresentano il raggruppamento interno più vasto. Ozawa ha deciso di sostenere Banri Kaieda, ministro dell'Industria, che quindi parte favorito sull'ex ministro degli esteri Seiji Maehara e sul ministro delle Finanze Yoshihiko Noda. Altri due candidati – Sumio Mabuchi, ex ministro dei Trasporti e Michihiko Kano, ministro dell'Agricoltura - non hanno molte chanches e sembrano concorrere forse più che altro per mettersi in mostra in vista di future battaglie politiche o di rinnovi di poltrone ministeriali. Il dibattito si è incentrato su temi importanti come economia, crisi nucleare, situazione fiscale. Tuttavia era impossibile non avere la sensazione che, al di là delle prese di posizione, spesso vaghe, dei candidati, i veri giochi si stiano facendo dietro le quinte. Se nessuno dei concorrenti otterrà la maggioranza dei voti, si andrà a un immediato ballottaggio a due: sono quindi in corso manovre da parte dei candidati forti per assicurarsi l'appoggio degli eventuali perdenti.

Kaieda, 62 anni, è apparso un po' in imbarazzo nel motivare il perché sia appoggiato dalla fazione Ozawa, che peraltro avrebbe in primis preferito altre soluzioni: non è un grande comunicatore e ha preferito insistere sulla necessità di procedere speditamente a ricostruire il nord del paese e a risolvere la crisi nucleare, anche con adeguati risarcimenti.

Maehara, 49 anni, più popolare tra il pubblico, era reduce da una conferenza stampa in solitario nella quale ha chiarito tutte le circostanze che l'avevano indotto a dimettersi acuni mesi fa da ministro degli esteri: era emerso che una signora coreana residente in Giappone (che lui conosceva dall'infanzia) aveva dato come contributo alla sua organizzazione 50mila yen (450 euro circa). Maehara ha reso noto di aver ricevuto a sua insaputa un totale di 590mila yen in 5 anni da 4 residenti stranieri e da una società il cui titolare non è giapponese (cosa proibita dalla legge elettorale).

Se Maehara auspica una "grande coalizione" con l'opposizione e politiche economiche di crescita e anti-inflattive, Kaieda appare scettico sull'allargamento della maggioranza e in proposito non è troppo convinto (anche se possibilista) Noda, che ha insistito sui temi finanziari come la necessità di frenare lo yen e di assicurare un avvio di riequilibrio del bilancio. Per tutti, sia pure con sfumature diverse, un aumento delle tasse non deve essere imminente e va inquadrato in riforme più ampie e magari attendere il consolidamento di una ripresa economica. Solo 5 minuti, su oltre 2 ore, lo spazio andato alla politica estera, con dichiarazioni un po' anodine sulla necessità di prepararsi a una certa instabilità in Asia nel 2012 per una serie di cambiamenti di leadership in vista in vari Paesi vicini.

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