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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2011 alle ore 12:49.
Le pressioni sul Comune
La polemica politica sull'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, sotto la lente perché tra i favoriti di Penati, sta sfumando, dato che Pisapia ha chiaramente dichiarato di averlo scelto autonomamente. La questione è che però alcune pressioni, a quanto pare, ci sarebbero state davvero, e riguarderebbero la struttura dirigenziale. All'indomani del taglio dei 28 dirigenti scelti dall'ex sindaco Letizia Moratti, usciti da Palazzo Marino 4 mesi prima del contratto, Penati provò a far entrare in Comune i suoi "fedeli", segnalando alcuni dirigenti provinciali. Tentativo non andato a buon fine perché lo staff di Pisapia, proprio per evitare pressioni politiche, ha scelto di procedere attraverso una selezione pubblica, con tanto di società qualificata, per individuare i nuovi manager pubblici. Ad oggi sono allo studio centinaia di curricula.
I democratici a Palazzo
Il primo problema che il Pd di Milano è costretto ad affrontare, ormai dall'inizio del mandato di Pisapia, è il bisogno di un forte coordinamento. Insomma, un partito che sappia essere guida anche per lo stesso gruppo dei democratici a Palazzo Marino, all'interno del quale il capogruppo Carmela Rozza tiene praticamente da sola il timone, e non senza ostacoli.
Il principale, per sintetizzare, si chiama Stefano Boeri, ed è l'uomo che a novembre ha sfidato Giuliano Pisapia alle primarie col sostegno del Pd, diventando poi alle amministrative di maggio recordman di preferenze, e subito dopo, assessore alla Cultura e all'Expo. L'architetto Boeri è stato sostenuto, prima alle primarie e poi alle elezioni, dalla maggioranza dei democratici di Milano: la sua candidatura fu in primis un'idea di Penati che, ancora da leader indiscusso della Lombardia, lo mise in contatto con il segretario del Pd Pierluigi Bersani (in un incontro che si svolse a Linate); successivamente è stato appoggiato dal segretario milanese Cornelli.
E fin qui, nulla di strano. Il punto è che però Boeri sulle questioni relative alla manifestazione internazionale del 2015 ha chiaramente dimostrato di avere opinioni diverse dall'intera giunta e dal suo stesso partito di riferimento: contrario al progetto di un sito espositivo a Rho con più cemento, polemico sul valore dei terreni su cui far nascere l'opera, è entrato subito in collisione con il resto della giunta e con l'ad di Expo Giuseppe Sala, con cui invece condividono opinioni e aspettative sia il sindaco Pisapia, sia il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Insomma, di tanto in tanto, Boeri qualche tensione dentro la nuova giunta di Milano l'ha creata. Per evitare nuovi inciampi, il Pd della Lombardia sta lavorando per fare in modo che a Milano il partito diventi più forte, evitando così i personalismi fuori controllo. L'obiettivo è fare quadrato intorno a Pisapia e al gruppo Pd. E il segretario Cornelli, che di Boeri è stato uno dei maggiori sostenitori, a molti democratici non sembra più la persona giusta.
Il caso Penati
La vicenda delle presunte tangenti a Filippo Penati - che oltre ad essere stato sindaco di Sesto San Giovanni, è stato anche segretario dei Ds a Milano e presidente della provincia di Milano in quota Ds e Pd - sta ovviamente imbarazzando il partito. Prima timidamente, oggi senza mezzi termini. A Milano, come a Roma, ad aver preso le distanze negli ultimi giorni sono stati anche uomini un tempo a lui vicini.
La parabola politica di Penati sta chiaramente aprendo un vuoto nel Pd di Milano. Fino a poco tempo fa, si dice dentro il quartier generale di via Pergolesi 8, non c'era decisione che potesse essere presa senza l'autorizzazione di Penati, ma adesso potrebbe esserci un ricambio, si augura una larga fetta di democratici milanesi.
Da pochi giorni tuttavia la questione si è complicata. A tirare fuori la questione morale dentro il Pd, è stato, tra gli altri, l'assessore Boeri, che da Facebook ha lanciato pure lui un appello per rinnovare il partito, prendendo di fatto le distanze da Penati. Forse subodorando che proprio il partito vorrebbe un po' neutralizzare anche lui, oltre a risolvere il caso Penati.
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