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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2011 alle ore 20:07.

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Il consiglio direttivo di Confindustria «evidenzia i rischi che un'inadeguata gestione» dei problemi economici del nostro Paese «può avere per l'Italia e per tutta l'Europa. A quasi un mese di distanza dal monito della Bce, la manovra che si sta faticosamente profilando appare debole e inadeguata». È il giudizio di Confindustria sulla manovra correttiva in corso di discussione, contenuto in una nota del consiglio direttivo dell'associazione degli industriali, riunitosi oggi a Milano. Per Confindustria «mancano le misure strutturali. La manovra è squilibrata sulle entrate e non contiene misure adeguate per la crescita. Rinvia sine die i tagli ai costi della politica e degli apparati amministrativi».

Superare i corporativismi, sacrifici distribuiti equamente
Confindustria richiama anche «alla necessità di agire con grande senso di responsabilità e determinazione, facendo appello alla coesione di tutte le forze politiche e sociali». Per fare ciò, secondo gli imprenditori, occorre superare i corporativismi e «i sacrifici, purtroppo necessari, devono essere equamente distribuiti tra tutti». «Alcune componenti della manovra - si legge - non sono valutabili e non c'è quindi la necessaria certezza sui saldi».

Le proposte degli industriali: pensioni, privatizzazioni e tagli alla politica
È necessario, al contrario, «coniugare il rigore dei conti e l'indispensabile crescita»; bisogna quindi intervenire sul sistema pensionistico per arrivare «a un livello di vita lavorativa in linea con i Paesi europei più avanzati».
Confindustria chiede ancora «provvedimenti che riducano le tasse su chi produce, lavoratori e imprese, spostando il carico su tutto il resto, nulla escluso». Gli industriali chiedono poi privatizzazioni a partire dalle società di servizi pubblici locali, dismissioni dei patrimoni immobiliari pubblici, liberalizzazioni delle professioni e dei servizi pubblici locali più incisive rispetto a quanto previsto ora.

Questi interventi, si precisa «vanno attuati contemporaneamente in un disegno strutturale e unitario che consenta a tutti i cittadini e ceti sociali di valutarne i rispettivi costi e benefici all'interno di una chiara visione di insieme». Gli interventi devono essere accompagnati da una riorganizzazione del funzionamento della macchina dello Stato: «I tagli ai costi della politica - si afferma - non sono rinviabili. In questo nuovo scenario gli imprenditori non si tireranno indietro di fronte a ulteriori impegni e sacrifici».

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