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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2011 alle ore 17:50.
L'ultima modifica è del 01 settembre 2011 alle ore 14:13.

Il giudizio sul vertice con il Governo sulla manovra, terminato a Palazzo Chigi, è «fortemente negativo, non abbiamo avuto nessuna risposta». Così il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani,osservando che il taglio alle autonomie nelle ultime tre manovre è «drammaticamente sproporzionato e tutto a carico delle Regioni e degli enti locali». Le Regioni, a causa dei tagli, non saranno in grado di garantire il trasporto pubblico locale, ha detto Errani: per questo «porteremo al governo i contratti sul tpl e gli chiederemo di rispondere a questi contratti». Tagliando i servizi «si mettono le mani in tasca ai cittadini - ha concluso Errani - partendo dagli strati più deboli».

Il vertice, che aveva visto alla stesso tavolo i ministri Maroni, Calderoli e Fitto, il sottosegretario Letta e i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni a Palazzo Chigi, aveva seguito la riunione della Conferenza delle Regioni di stamattina, nella quale Errani aveva annunciato che il prossimo mercoledì verrà presentata al Governo una «proposta di autoriforma delle Regioni sui costi delle strutture e delle istituzioni» anche a Costituzione invariata.

A Palazzo Chigi incontro fra Governo ed enti locali, che rifiutano tavoli separati
Un'offerta all'Esecutivo che trova d'accordo anche le Province, riunite stamane in seduta straordinaria per valutare eventuali forme di mobilitazione contro i tagli del decreto. Al vertice di Palazzo Chigi, però i rappresentanti degli enti locali sono andati insieme. La logica dei tavoli separati, d'altra parte, non regge più, come avevano spiegato, proprio in vista dell'incontro con il Governo, in una nota congiunta Regioni, Comuni e Province: «La discussione sulla manovra deve coinvolgere l'intero sistema delle autonomie che come tale deve essere considerato anche rispetto alle conseguenze delle scelte intraprese», si legge nella nota firmata da Conferenza delle Regioni, Anci e Upi.

Da rivedere i troppi squilibri, altrimenti il conflitto sarà una scelta unilaterale
Le ultime tre manovre «propongono uno squilibrio inaccettabile e incomprensibile tra il peso dei tagli sullo Stato centrale e le Regioni, uno squilibrio che comporta conseguenze pesanti su cittadini, investimenti e servizi», aveva aggiunto Errani. «Il Governo sa - ha detto - e noi ribadiamo che le Regioni hanno sempre tenuto un atteggiamento serio e responsabile. Non vogliamo scontri ma il governo deve mettersi al tavolo per discutere i cambiamenti di qualità alla manovra, altrimenti il conflitto sarebbe una scelta unilaterale».
La manovra è insostenibile, ha aggiunto Renata Polverini, governatrice del Lazio, e «non è accettabile neanche la riduzione del taglio proposta dal Governo». «I nuovi testi presentati sono assolutamente non soddisfacenti e inaccettabili. Contiamo di avere ascolto anche in sede parlamentare», ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Per Alemanno «se non c'è la fiducia c'è la possibilità di costruire in Parlamento anche delle modifiche sostanziali».

Il federalismo fiscale non è più possibile
«Parlare di federalismo fiscale di fronte alla situazione attuale non è più possibile perché le Regioni si trovano di fatto ad essere un ente che ha le competenze ma non le risorse per poterle esercitare e questo mette in discussione un percorso pluriennale di costruzione del federalismo fiscale che ha visto le regioni certamente protagoniste», ha detto Errani. «Ora - ha aggiunto - è il momento di fare una verifica vera sull'insieme della situazione. Le parole non servono più - ha concluso - bisogna cominciare a dirsi come stanno le cose, chi fa che cosa e con quante e quali risorse».

L'incontro con Fitto per «capire meglio il maxi-emendamento»
In giornata c'era stato un primo contatto con il Governo di una delegazione della Conferenza, che aveva incontrato il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, «per capire qualcosa in più del maxi-emendamento», come ha dichiarato il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia. Al termine del vertice, i rappresentanti degli enti locali hanno specificato i tre assi per rilanciare il Paese: «Piano di riordino che abbia effetti immediati, piani di risanamento e stabilità, piano di investimenti per la crescita».
Errani, poi, ha ribadito che l'incontro con Raffaele Fitto serviva a «dire i nostri giudizi sulla fase che stiamo attraversando. Da parte nostra - ha sottolineato - c'è una forte preoccupazione, noi comprendiamo pienamente la necessità di rispondere positivamente al tema del Governo della finanza pubblica rispetto agli impegni europei ma - ha ribadito - sottolineiamo come l'insieme delle tre manovre realizzate proponga uno squilibrio inaccettabile e incomprensibile nel peso dei tagli tra lo Stato centrale, che pesa per il 60% e ha un taglio del 24%, e le regioni e il sistema locale. Uno squilibrio che comporta conseguenze dirette e pesanti sui cittadini, i servizi e gli investimenti». (Ch. B.)

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