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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2011 alle ore 17:48.

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Obama cede ai repubblicani e sposta il discorso sul piano per l'occupazione (AFP Photo)Obama cede ai repubblicani e sposta il discorso sul piano per l'occupazione (AFP Photo)

Il presidente americano Barack Obama ha spostato di 24 ore, da mercoledì 7 a giovedì 8 settembre, l'annunciato discorso al Congresso riunito in sessione congiunta per illustrare il suo piano per il lavoro, volto a contrastare la disoccupazione e rilanciare l'economia (oggi, intanto, la buona notizia che la settimana scorsa le richieste di sussidio di disoccupazione sono diminuite di 12mila unità, scendendo a quota 409mila).

Obama avrebbe dovuto parlare in prima serata tv, in un orario non scelto a caso (alla stessa ora, infatti, si teneva il dibattito fra i candidati repubblicani), a riprova che le risposte all'emergenza economica son sempre più legate alla campagna elettorale. Il presidente è stato stoppato da John Boehner, lo speaker repubblicano della Camera. Con uno scambio di lettere dal tono irrituale e risentito, immediatamente rilanciate dai media americani, Boehner ha negato al presidente l'uso della Camera, proponendo come alternativa il giorno successivo. Inizialmente, la Casa Bianca si è adirata: la richiesta di concedere al presidente la parola al Congresso è, normalmente, una pura formalità, e dall'entourage del presidente ci si aspettava che venisse spostato il dibattito repubblicano. Successivamente, si è piegata alle richieste di Boehner e, in un comunicato, ha fatto sapere che Obama «è concentrato sull'economia e sulla creazione di nuovi posti lavoro» e «accetta l'invito a parlare al Congresso giovedì 8 settembre».

Qualsiasi ipotesi che, dopo il dibattito senza esclusione di colpi sull'innalzamento del tetto del debito, i toni del dialogo politico tra democratici e repubblicani sarebbero stati meno aspri, sembra al momento solo un auspicio.

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