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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 19:48.

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L'Espresso online, in un articolo a firma di Lirio Abbate, scrive che Silvio Berlusconi consigliò a Valter Lavitola, accusato di estorsione ai danni del presidente del Consiglio e attualmente latitante all'estero, di non rientrare in Italia.

L'avvocato Niccolò Ghedini, nel difendere l'operato del premier, lamentandosi che «con reiterate violazioni del segreto e comunque con violazione del divieto di pubblicazione, continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli notizie ed atti, addirittura a volte in tempo reale rispetto agli accadimenti stessi. Si ricorda inoltre che a quella data (il 24 agosto, ndr) non vi era alcun provvedimento custodiale nei confronti di Lavitola, che è stato emesso a distanza di quasi una settimana».

Lavitola, secondo quanto ricostruisce l'articolo dell'Espresso , il 24 agosto era a Sofia "per concludere affari per conto di Finmeccanica" e lì viene a sapere dell'inchiesta a suo carico aperta dalla procura di Napoli, che coinvolge anche Giampaolo Tarantini, arrestato qualche giorno fa con sua moglie. Nella telefonata, Berlusconi dice a Lavitola di "stare tranquillo" e gli espone quella che di fatto sarà poi la sua linea difensiva. Nel corso della telefonata, poi, Lavitola chiede a Berlusconi: "Che devo fare? Torno e chiarisco tutto?". Berlusconi risponde: "Resta dove sei".

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