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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2011 alle ore 06:38.

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ROMA.
La manovra? «I saldi vanno bene, ma non i contenuti». Emma Marcegaglia spiega perché: «Non è come l'avremmo voluta, non risolve i problemi dell'Italia. È tutta tasse, è depressiva, non c'è niente per la crescita». Aggiungendo che «se non si torna a crescere sarà anche insufficiente».
Insiste sulla necessità delle riforme strutturali e di un grande piano per la crescita la presidente di Confindustria, parlando agli industriali di Perugia e, nel pomeriggio, inaugurando lo stabilimento della Archimede Solar Energy, a Massa Martana (vedi articolo pag.39). E continua il pressing su interventi strutturali: «Senza riforme profonde il paese rischia molto».
Pensioni, fisco, «abbassando l'Irpef sui lavoratori e l'Irap sulle imprese, perché se la pressione fiscale resta questa non possiamo competere», ha detto la Marcegaglia, rilanciando la lotta all'evasione, l'ipotesi di una tassa sui patrimoni e innalzare l'Iva, «non ci mettiamo di traverso su nulla». Va tagliata la spesa pubblica e vanno ridotti i costi della politica. Di tutto ciò, ed in particolare di infrastrutture, Confindustria e Abi parleranno questa mattina in un incontro con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e sempre oggi arriverano le previsioni del Centro studi di Confindustria.
Il paese, secondo la presidente degli industriali, «non è spacciato, è possibile uscire da questa situazione se si fa un grande piano per la crescita». Ma subito: «Il tempo è scaduto, non c'è più». E alla domanda se il governo sia in grado di fare le riforme, la Marcegaglia ha risposto: «Non sta a me decidere se questo governo debba rimanere o meno. Siamo una democrazia parlamentare, deve decidere il Parlamento o il presidente della Repubblica. Vedremo. Comunque il tempo è molto breve: non cresciamo a sufficienza da 15 anni ed il tema non è stato affrontato finora in modo serio. Se lo spread supera i 400 punti base a lungo fa imballare la nostra economia. Vuol dire che le banche non hanno più soldi per finanziarsi, né per noi».
È l'andamento degli spread a darci la prova della perdita di credibilità dell'Italia. «C'è troppo pessimismo attorno all'Italia, non è accettabile essere percepiti meno credibili della Spagna quando siamo più forti di loro. Dobbiamo recuperare credibilità», ha detto la Marcegaglia sottolineando anche la mancanza di leadership a livello Ue, «come evidenzia la proposta di introdurre la Tobin tax, uscita dalla riunione di Francia e Germania, sulla quale sono rimasta molto male».
La politica deve fare la propria parte: «Sulla manovra c'è stato un balletto imbarazzante e dannoso, con provvedimenti che duravano un giorno e poi sparivano». Caso eclatante le province: «Non puoi dire che ne tagli 35 e poi non farlo per salvare qualche presidente del tuo partito». Serve l'opposto: «Un grande disegno di sviluppo, non interventi spot per accontentare una parte dell'elettorato o un'altra. Mettendo la crescita al centro e prendendo decisioni anche impopolari il paese ce la può fare». E per crescere «l'Italia deve scommettere di più sullo sviluppo tecnologico e sull'innovazione».

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