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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2011 alle ore 06:38.

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Dal Pdl, con il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sono arrivate critiche alle parole della presidente di Confindustria, «dice cose non vere», come è accaduto anche dopo l'intervento alla Festa Udc. «Possono attaccarmi quanto vogliono, ma fino a quando sarò qui continuerò a dire ciò che penso e che credo sia giusto per l'industria italiana. Saremo sempre una voce critica, di denuncia, indipendente e che non ha paura».
La Marcegaglia ha fatto riferimento ai possibili interventi della Cina a sostegno della nostra economia: «Sono sempre stata a favore di investimenti esteri in Italia, ma dobbiamo fare attenzione che ci siano condizioni di reciprocità e la voglia di investire veramente, non solo la volontà di portare via tecnologia», e comunque è convinta che si possa fare molto di più con la Cina in termini di interscambio e di investimenti reciproci.
Al suo arrivo a Perugia è stata contestata da un gruppo di operai (Merloni, Sirap Gemma, Thyssen), insieme a esponenti Cgil e di Rifondazione comunista, che si sono stesi per terra per impedire il passaggio dell'auto. Motivo, l'articolo 8 e la possibilità di licenziare. Pochi minuti e la macchina è passata. Una contestazione che la Marcegaglia, nell'intervento, ha definito «strana». In Umbria, ha sottolineato, c'è un rapporto molto positivo tra imprese e sindacati. Inoltre, ha aggiunto, è stato firmato l'accordo unitario del 28 giugno con le tre confederazioni, «al quale vogliamo tenere fede. Bisogna lavorare sulle cose che uniscono più che su quelle che dividono, con contestazioni, facendo ognuno la propria parte perché si ritorni a crescere».
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I rilievi delle imprese
Per la leader di Confindustria Emma Marcegaglia «la manovra è depressiva»: mancano misure per la crescita.
Per tornare a crescere, secondo Marcegaglia, occorre fare «riforme profonde» a cominciare dalle pensioni. Il Paese, secondo la presidente di
Confindustria, può comunque farcela, il made in Italy
continua a esportare, si può tornare a crescere ma serve
un'azione riformatrice
La presidente degli Industriali ricorda al governo che la leva della riforma previdenziale è indispensabile per liberrae risorse da utilizzare in funzione della crescita economica. Per tornare a crescere
occorre fare «riforme profonde a cominciare dalle pensioni» incalza.«Piaccia o no – spiega – la riforma delle pensioni va completata» e va fatta anche la
riforma del fisco
«Lo stimolo maggiore alla crescita – ha detto Marcegaglia – si ha con l'abbassamento delle tasse su chi tiene in piedi il Paese: lavoratori e imprese. Con una pressione fiscale alta non possiamo competere e nel 2014 arriverà al 44,5% del Pil, il massimo storico», occorre quindi tagliare Irpef e Irap anche introducendo la patrimoniale. La riforma fiscale viene quindi giudicata la vera priorità
Per Emma Marcegaglia la manovra economica varata dall'Italia «non ha all'interno nulla di strutturale se non poche cose. Non ha elementi per noi importanti come privatizzazioni e liberalizzazioni». Ora, dice, «siamo ad un bivio, o usciamo da questa crisi di credibilità e di bassa crescita, e sono convinta che ce la possiamo fare. Ma se rimarremo fermi avremo una gravissima responsabilità verso le prossime generazioni»

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