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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2011 alle ore 20:59.

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Con il rito dell'ampolla e il viaggio sul Po la Lega cerca di dimenticare gli attriti interniCon il rito dell'ampolla e il viaggio sul Po la Lega cerca di dimenticare gli attriti interni

Il rito dell'ampolla con l'acqua del Po, poi il percorso lungo il fiume fino a Venezia: tutto è pronto per la festa dei popoli padani. Si parte domani con la raccolta dell'acqua dalla sorgente, alla presenza di Umberto Bossi che poi sarà nel cuneese per un comizio. E che sabato percorrerà il Po a bordo di un battello. Venezia è il traguardo, dove domenica mattina parleranno il segretario federale e gli altri leader del Carroccio. Una manifestazione che vale per il popolo padano quanto il raduno di Pontida e che quest'anno cade in sincronia quasi perfetta con i sett'anni di Umberto Bossi (il 19 settembre).

Sarà l'occasione per spostare l'attenzione dalle tensioni interne di questi giorni, dentro il partito, ai temi identitari. L'ultima polemica scoppiata (con i maroniani), per le adesioni di alcuni sindaci leghisti allo sciopero dei sindaci deciso da Anci contro la manovra, è tutt'altro che acqua passata. Le adesioni sono rientrare dopo che il consiglio federale ha vietato la partecipazione di primi cittadini del Carroccio alla protesta. Eppure sindaci del Pdl c'erano e hanno manifestato fianco a fianco a colleghi del Pd e del centrosinistra.

Alla festa dei popoli padani ci saranno tutti i leghisti. Compreso Flavio Tosi, in questi giorni al centro di critiche nel suo partito per le dichiarazioni su Berlusconi, secondo il sindaco di Verona arrivato al capolinea della sua stagione politica. «Non mi sento fuori dalla Lega e domenica sarò a Venezia», dice Tosi. Quanto ai rimproveri di questi giorni «come sindaco - chiarisce - difendo la mia comunità, sono abituato a dire quello che penso e se muovo delle critiche a Berlusconi non sono delle critiche all'alleanza, quindi non al Pdl, mai alla Lega, ma a qualche scelta del Premier sì». Oggi Tosi non ha scioperato e gli uffici dell'anagrafe di Verona erano aperti, per «non creare disservizi ai cittadini». Ma sulla manovra non cambia idea. E sottolinea come sia stata modificata e migliorata grazie alla Lega per quanto riguarda i tagli agli enti locali e alle pensioni. Però il fatto che Berlusconi abbia detto no «alla patrimoniale comunque e in ogni caso», che sia stato ridotto «al minimo il contributo di solidarietà» e che non sia stato toccato «il patrimonio dello Stato in maniera significativa» e nemmeno «le spese centrali sono scelte che non condivido».

Come Flavio Tosi, anche il sindaco leghista di Varese, Attilio Fontana è stato costretto a disertare la protesta per la quale si era speso in prima persona. Fontana, presidente di Anci Lombardia ha rassegnato le dimissioni dalla guida dei comuni lombardi per aver fatto una scelta che è di partito, come lui stesso ha sottolineato. I sindaci del Carroccio alla manifestazione di oggi non si sono visti. Una scelta che ha sollevato le critiche di altri primi cittadini. Secondo Piero Fassino, sindaco di Torino, quello della Lega è un «grave errore», perché «i sindaci non dipendono dai partiti, ma rispondono ai cittadini che li hanno eletti». Per Giorgio Orsoni, primo cittadino di Venezia «è l'ennesima dimostrazione di una posizione non chiara di un partito che gioca su troppi tavoli».

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