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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2011 alle ore 12:51.

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L'inchiesta di Bari sul presunto giro di escort messo su da Gianpaolo Tarantini a favore del premier Silvio Berlusconi si arricchisce di nuovi dettagli. Che emergono dai verbali e dalle intercettazioni depositate agli atti dai magistrati pugliesi. Così, tra le carte, spunta anche la deposizione di Terry De Nicolò che, insieme ad altre due ragazze, racconta di aver trascorso la notte con il presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli nel settembre 2008.

De Nicolò: scioccata dalla mancanza di controlli
Secondo la ricostruzione fornita dalla donna, le tre rimasero «prigioniere» nella dimora romana del capo del governo perché all'esterno della struttura c'erano «tantissimi giornalisti» che attendevano l'uscita del Cavaliere. Un dettaglio che proprio la De Nicolò fa mettere a verbale il 19 giugno 2009. La escort spiega che quando entrò, assieme ad altri, la prima volta a Palazzo Grazioli, rimase colpita per «la mancanza assoluta di controlli», un fatto questo che «mi ha lasciato scioccata» perché non fu usato neppure un «metal detector».

Il racconto: fuori c'erano tantissimi giornalisti
Dopo aver trascorso la notte a Palazzo Grazioli, De Nicolò racconta ai pm baresi di essersi fermata a casa di Berlusconi «fino alle...e non ricordo, le undici, le dieci (del giorno dopo, ndr), perché il problema è che fuori c'erano tantissimi giornalisti, perché quel mattino io ricordo che lui aveva, forse non so, un discorso da fare, quindi era già tutto pienissimo di gente, quindi il problema era poter uscire senza essere visti, è stato veramente un grosso problema, quindi si è dovuto aspettare fino a tardi, che magari i giornalisti andassero via, che però comunque non sono andati via, che li ho visti uscendo (...) io non sapevo di rimanere, non lo sapevo, è stata una cosa improvvisata».

Con me anche altre ragazze, al mattino abbiamo fatto colazione con il premier
L'escort precisa che non era da sola nella residenza romana del premier. «C'erano altre ragazze - continua - che lo sapevano e nella borsa avevano il cambio, altre ragazze che sono rimaste, che sono di Roma e che non conoscevo e che ho conosciuto durante quella cena, e di cui non ricordo i nomi, o avranno detto nomi falsi, non le so dire, che vivono a Roma però (...) ho dormito lì in una stanza, in una delle tante stanze, poi al mattino ho fatto colazione insieme a queste altre ragazze e insieme a Berlusconi, e poi niente, poi lui si è allontanato, non so, perché forse è arrivato qualcuno con cui parlare, fatti loro».

Prima di andare via abbiamo aspettato che la situazione si calmasse
Fuori l'assedio dei cronisti che costringe le ragazze a ritardare l'uscita. «E niente, poi - conclude De Nicolò - dovevamo aspettare che fuori la situazione si calmasse per poter andare via io con queste altre ragazze. Poi quando sono uscita, mi hanno ... questo autista mi ha accompagnato in hotel, dove c'era il Tarantini con il suo autista, sono andata su in hotel, ho preso il bagaglio, tutto di corsa, la borsa, e poi siamo ripartiti per Bari, quindi siamo tornati in auto tutti e tre (. .. ) delle ore ho dormito da sola e delle ore invece, alcune ore sono stata con queste due ragazze e Berlusconi (...) eravamo io e le due ragazze di Roma e Berlusconi (...) (Tarantini) mi ha dato dei soldi, ma per partecipare alla cena (...) mille euro, prima della cena».

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