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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2011 alle ore 15:30.

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Il Fmi taglia le stime sull'ItaliaIl Fmi taglia le stime sull'Italia

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) taglia le stime di crescita per l'Italia. Il Pil salirà quest'anno dello 0,6%, ovvero 0,4 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di giugno, e dello 0,3% nel 2012 (meno 1 punto percentuale). Il problema dell'Italia è che «il tasso di crescita é relativamente basso», ha detto Jorg Decressin, economista del Fmi, durante la conferenza stampa a commento del World Economic Outlook, rispondendo a chi chiedeva se l'istituto di Washington fosse d'accordo con la decisione dell'agenzia di rating Standard & Poor's di tagliare il rating tricolore. Secondo Decressin, «bisogna andare avanti con le azioni di risanamento».

Addio pareggio di bilancio nel 2013
Il deficit dell'Italia nel 2013 si attesterà all'1% del pil rispetto al pareggio di bilancio dell'obiettivo del governo. E' quanto indica il Fmi nel rapporto sui conti pubblici indicando che la differenza è dovuta alle stima su una crescita meno sostenuta. Nell'ambito del G7 tuttavia l'Italia si colloca al secondo posto come deficit più basso. Il debito pubblico italiano - continua il Fmi - si stabilizzerà l'anno prossimo e inizierà a scendere dal 2013. Il Fmi inoltre rileva che l'andamento dei conti pubblici dell'Italia nell'anno in corso é in linea con gli obiettivi.

Rallenta anche il resto d'Europa

Il Fmi rivede al ribasso anche le stime delle maggiori economie europee. Il Pil della Germania salirà quest'anno del 2,7% (-0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di giugno) per rallentare all'1,3% nel 2012 (-0,7 punti percentuali). La Francia crescerà dell'1,7% nel 2011 e dell'1,4% nel 2012 (rispettivamente -0,4 e -0,5 punti percentuali). Il pil spagnolo crescerà dello 0,8% nel 2011 (invariato) e dell'1,1% nel 2012 (-0,5 punti percentuali).

La frenata di Stati Uniti ed emergenti
Secondo il Fmi, l'economia americana crescerà dell'1,5% nel 2011 e dell'1,8% nel 2012 (rispettivamente l'1 e lo 0,9% in meno rispetto alle stime di giugno), con un rialzo dell'1,1% nel quarto trimestre di quest'anno e del 2% nell'ultimo trimestre del 2012. Il rallentamento economico associato alla crisi sarà «di lunga durata»: il gap negli Stati Uniti è stimato attorno al 5,5% del Pil potenziale del 2011. Per gli Stati Uniti il Fmi prevede inoltre un deficit delle partite correnti al -3,1% nel 2011 e al -2,1% l'anno prossimo.
Rallentano anche le economie emergenti: il Pil 2011 crescerà del 6,4% (-0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di giugno) e del 6,1% nel 2012 (-0,3%). Per il Fmi la Cina continuerà, anche se con una leggera frenata, a essere il motore dell'economia mondiale, con un Pil in crescita quest'anno del 9,5% (-0,1 punti percentuali) e del 9,0% nel 2012 (-0,5 punti percentuali). L'India crescerà del 7,8% quest'anno (-0,4 punti percentuali) e del 7,5% nel 2012 (-0,3 punti percentuali).

«Rafforzare il sistema finanziario»

«Rafforzare il sistema finanziario resta la priorità dell'Europa» e «alle istituzioni finanziarie fragili deve essere chiesto di raccogliere capitale, preferibilmente attraverso soluzioni private». Il Fmi sottolinea che se soluzioni private non sono disponibili le istituzioni finanziarie «dovranno accettare iniezioni di capitale pubblico o l'appoggio dell'Efsf o la ristrutturazione». Alcune banche europee «avranno bisogno di ulteriori capitali, sia privati sia pubblici».

«Rompere il circolo vizioso debito-banche»

«Nell'area euro è necessario rompere il circolo vizioso avverso fra deboli debiti sovrani e istituzioni finanziarie - afferma il Fmi - una crescita debole indebolisce le banche e il risanamento dei conti pubblici può ulteriormente indebolire la crescita. Banche deboli e con il potenziale bisogno di più capitale fanno temere per la stabilità di bilancio».

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