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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 08:11.

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Le riunioni di Washington non hanno peraltro ricomposto come d'incanto le divergenze su problemi come quello della crescita, che sta rallentando vistosamente, tanto che molti temono una ricaduta nella recessione nella quale l'economia mondiale si è trovata solo due anni fa. «La sfida più importante», ha sottolineato il segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner. Ma il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha sostenuto ieri che «il rallentamento della crescita non è poi così drammatico». Il rilancio della crescita passa, secondo il comunicato del G-20, negli Stati Uniti attraverso il piano Obama. In Europa, ha ricordato Borges, qualche Paese avrebbe lo spazio per usare la politica fiscale in funzione di stimolo. Un'ipotesi rispedita al mittente dalla Germania e respinta esplicitamente ieri da Weidmann. Altrove in Europa, la pressione dei mercati non lascia alternativa ad altri Paesi, se non l'accelerazione del risanamento dei conti, per riconquistare credibilità. In qualche caso, però, come Italia e Spagna, ammette Borges, i mercati non hanno finora riconosciuto l'importante sforzo compiuto. «C'è un elemento di paura eccessivo», ha affermato il dirigente del Fondo, ma, nonostante l'insistenza di Christine Lagarde che l'azione dei policy-makers non può essere dettata dalle oscillazioni giornaliere dei mercati, finora le autorità europee sono sembrate andare sempre a rimorchio delle pressioni di operatori e investitori, reagendo con ritardo.
I Paesi emergenti, che sono stati individuati come possibili salvatori della situazione, grazie anche alle loro ingenti riserve, sono stati tutt'altro che spettatori disinteressati. Ma hanno rimandato la palla in campo europeo. «La vera soluzione della crisi del debito sovrano - ha detto il vicegovernatore della Banca centrale cinese - Yi Gang - deve venire dagli europei stessi». Un comunicato diffuso da Pechino ha richiamato i Paesi avanzati alle proprie responsabilità per la stabilità globale.
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IL DEBITO
Il confronto
Il debito pubblico lordo dell'Unione economica e monetaria ammontava nel 2010, secondo le cifre fornite da Eurostat, a poco meno di 8mila miliardi di euro
Il Paese più indebitato in assoluto è la Germania con oltre 2mila miliardi (ma non in percentuale del Pil), seguita da Italia e Francia
La Grecia, con circa 330 miliardi di debito (nel 2011 la cifra è destinata a salire) rappresenta poco più del 4% del debito complessivo dei 17 Paesi dell'area euro
IL COMUNICATO
Una risposta coordinata già al summit di Cannes
Sforzi congiunti
Il G-20 è impegnato in una forte risposta ai rischi posti all'economia globale da: crisi dei debiti sovrani; fragilità del sistema finanziario; turbolenze sui mercati; crescita debole e tassi inaccettabilmente alti di disoccupazione. Le azioni del G-20 sono attese al summit di Cannes del 3 e 4 novembre
Occhi puntati sul nuovo meccanismo di stabilità
Area euro e Stati Uniti
I Paesi dell'area euro si sono impegnati a dare attuazione, entro il prossimo vertice di Cannes, a tutte le misure necessarie ad aumentare la flessibilità dell'Efsf; gli Stati Uniti hanno portato avanti un pacchetto significativo di misure per sostenere crescita e lavoro
Consolidamento fiscale banche ben capitalizzate
Consolidamento fiscale
Il G-20 è impegnato a sostenere la crescita e ad attuare piani di consolidamento fiscale credibili. Si impegna inoltre a prendere le misure che assicurino la stabilità finanziaria e dei mercati, una sufficiente capitalizzazione delle banche e l'attuazione dei criteri di Basilea 3 nei tempi previsti

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