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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2011 alle ore 12:44.

Dismissioni: patrimonio pubblico vale 1.800 miliardi. Tremonti: al via riforma per ridurre il debito. Nella foto Faro Capo Rizzuto, a CrotoneDismissioni: patrimonio pubblico vale 1.800 miliardi. Tremonti: al via riforma per ridurre il debito. Nella foto Faro Capo Rizzuto, a Crotone

Il Tesoro prova a ingranare la marcia per il piano dismissioni. E così il seminario organizzato da Giulio Tremontial ministero dell'Economia diventa il primo tassello di un'articolata road map. Il traguardo lo fissa lo stesso titolare di Via XX Settembre al termine del confronto a porte chiuse. «Con oggi prende avvio una grande riforma strutturale per la riduzione del debito e per la modernizzazione e la crescita del Paese». A snocciolare i numeri ci pensa invece Edoardo Reviglio, docente Luiss e capoeconomista della Cdp: il patrimonio pubblico dello Stato vale 1.800 miliardi «di cui 700 miliardi immediatamente valorizzabili».

Tesoro: da cessioni immobili 25-30 miliardi
Reviglio precisa poi che dei 700 miliardi immediatamente valorizzabili sono 4 le aree sulle quali si può agire: crediti, concessioni, immobili e partecipazioni. «Su questi asset - dice - si possono fare subito valorizzazioni». Il patrimonio immobiliare, aggiunge Reviglio, «è stimato in 500 miliardi di cui il 5-10% di 40-50 miliardi è immediatamente vendibile». La valorizzazione del patrimonio dello Stato vale quindi quasi dieci miliardi l'anno a regime, senza considerare le possibili dismissioni immobiliari (entro il 2015 i risparmi annui raggiungibili sarebbero pari a 5 miliardi). Dalle cessioni di immobili pubblici si possono invece ricavare 25-30 miliardi, mentre dalla vendita dei diritti di emissione CO2 sono ricavabili altri 10 miliardi. Tra gli immobili liberi considerati nella stima il Tesoro include anche immobili in locazione a chi non ha più titolo per occuparli.

Da valorizzazione asset pubblici riduzione debito per 10 miliardi l'anno
La valorizzazione del patrimonio pubblico quindi comporta una riduzione strutturale del deficit di 9,8 miliardi l'anno e cessioni per 35-40 miliardi, si legge in una delle slide realizzate dal ministero di via XX Settembre, stime nelle quali non sono inclusi gli effetti derivanti dalle operazioni di sviluppo immobiliare e dalle politiche sulle partecipazioni. Ulteriori linee di intervento potranno essere individuate tra le attività finanziarie (ad esempio i crediti) e le immobilizzazioni immateriali ovvero le opere
di ingegno, i brevetti, l'avviamento.

Obiettivo: rendimento del patrimonio a quota 5,7 per cento
Nel dettaglio il Tesoro stima 6,6 miliardi a regime (ossia dal 2020) dalla valorizzazione degli immobili (3,3 miliardi riduzione degli spazi e 3 miliardi riduzione dei costi di gestione). Altri 2,5 miliardi dall'aumento del rendimento delle concessioni e 1 miliardo dall'aumento del rendimento delle partecipazioni degli enti locali. L'attuale rendimento del patrimonio è dello 0,9% quello di obiettivo è del 5,7 per cento. La "fotografia" del conto patrimoniale dello Stato mostra all'attivo un patrimonio fruttifero di 675 miliardi rappresentato da crediti e anticipazioni (240 miliardi), intangibles (78), partecipazioni (132), immobili (425), infrastrutture (386) e risorse naturali (176 miliardi).

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