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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 18:44.

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La procura di Milano ha depositato l'istanza per chiedere il fallimento dell'ospedale San Raffaele, gravato da circa 1,5 miliardi di debiti. Ieri I vertici del San Raffaele, guidati dal vicepresidente Giuseppe Profiti, avevano incontrato le banche creditrici che sono esposte con il gruppo ospedaliero per un totale di circa 225 milioni più i leasing, per complessivi 400 milioni su un indebitamento complessivo di 1,5 miliardi.

La richiesta di fallimento della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor è «innanzitutto finalizzata all'intento di arrestare ulteriori dissipazioni patrimoniali, ma è altresì orientata a perseguire l'interesse pubblico nella sfera del quale rientra la posizione dei soggetti a vario titolo coinvolti in questo grave default, quali i creditori, i dipendenti, i collaboratori e gli stessi utenti del servizio sanitario gestito dalla Fondazione». Lo scrive il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, precisando che la richiesta è del 23 settembre ed è stata notificata oggi ai legali rappresentanti della Fondazione e che il 12 ottobre si svolgerà un'udienza davanti al tribunale fallimentare. «Dagli atti acquisiti - si legge ancora nel comunicato - emerge lo stato di insolvenza della Fondazione, dato non controverso, tanto che il consiglio di amministrazione ha pubblicamente dichiarato di voler presentare un ricorso per l'ammissione al concordato preventivo, proposito che finora non risulta essersi concretato». «A fronte di una situazione, preferibilmente suscettibile di ulteriore aggravamento - prosegue la nota- si è imposta una richiesta, quella che la legge fallimentare affida al pubblico ministero, orientata a perseguire l'interesse pubblico, sotto molteplici profili».

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