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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 18:11.

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«Cercate in soffitta e nella cantina oggetti conservati e dimenticati che evochino il periodo fra il 1861 e il 1961», periodo in cui «la cultura del design si formava». È l'appello che lanciano agli italiani Regione Marche (Servizio Artigianato) e Poliarte di Ancona (Istituto di alta formazione e ricerca attivo dal 1972 ) in vista del convegno nazionale "Dall'Unità d'Italia all'italian style", che riunirà il 2 dicembre prossimo ad Ancona esperti, imprenditori e ricercatori. Un incontro organizzato nel quadro delle celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia per riflettere «sulle potenzialità creative nel nostro paese e le relazioni con lo stato attuale dell'economia».

Mostra antologica "Il contributo del design all'unificazione"
Il convegno servirà anche a lanciare la mostra antologica sulla storia d'Italia - "Il contributo del design all'unificazione" - che sarà realizzata, sempre nella città marchigiana, dal 16 dicembre al 31 gennaio 2012.
Per la realizzazione della mostra espositiva nazionale - che vuol essere «una lettura economico-sociale della storia del nostro paese» - i promotori rivolgono un invito a tutti gli italiani a ricercare, raccogliere e inviare ( o segnalare ) alla Poliarte gli oggetti (bi e tridimenzionali) ritrovati «che possano identificare e distinguere le comunità delle nostre contrade attraverso quella finissima e pressoché sconosciuta tessitura di elementi artistici, tipici e popolari che connotano le diversità che uniscono: ex pluribus ad unum, l'auspicio dei nostri antenati».

«Ricognizione delle eccellenze regionali»
Spazio dunque alla vecchia "napoletana" - la memorabile caffettiera che è diventata simbolo di "napoletanità" in Italia e nel mondo - ma anche alla cinquecento, alla vespa, alla macchina da scrivere Olivetti e a tutti quegli oggetti che - come questi - sono diventati nel tempo «simboli dello sviluppo economico e dei mutamenti sociali». La storia d'Italia per oggetti, sottolineano gli organizzatori, vuole essere una «ricognizione ragionata delle eccellenze regionali» ed una raccolta di immagini, spot, filmati, prodotti artigianali ed industriali, scritti e rappresentazioni di monumenti ed ambienti.
«Gli oggetti - si legge nella brochure che illustra l'evento - narrano, evocano, consigliano, prevedono; parlano in modo sommesso, con tono vigoroso talvolta. Segnano il tempo, marcano il territorio modificano gli stili di vita e di consumo, influenzano le generazioni. Gli oggetti fanno costume». Oggetti che hanno «segnato la memoria di un territorio, il vissuto di una comunità, diventandone in qualche modo icona, simbolo, totem, cifra identitaria e antonomastica che travalica i confini locali per comunicare nel villaggio globale». E che fa, per l'appunto, la storia di un popolo.

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