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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2011 alle ore 14:13.

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Il maltempo ha spazzato per tutta la notte la spinata della zona industriale dove il Papa oggi – nella sua prima visita in Calabra da Pontefice – ha celebrato la messa. In 40mila sono confluiti nell'area ex-Sir, da dove Benedetto XVI ha lanciato l'ennesimo appello per la formazione di una nuova classe politica cattolica in Italia, «una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune». Una prospettiva che deve andare di pari passo con l'impegno della Chiesa a educare attraverso la dottrina sociale e lo studio della Bibbia.

«Nuova generazione» è la stessa espressione che Benedetto XVI ha usato nel 2007 a Cagliari, incitando per la prima volta i cattolici a preparare una nuova generazione che si impegnasse a livello sociale e politico, e più volte ricordato nei suoi viaggi pastorali in Italia (e rilanciato continuamente dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco) negli ultimi quattro anni, tra cui spicca quello del settembre 2009 a Viterbo, all'indomani dello scoppio del caso Boffo. Occasione in cui incontrò brevemente il sottosegretario Gianni Letta, in veste di plenipotenziario permanente del premier Berlusconi con il compito di rassicurare sulla vicinanza alla Chiesa del governo di centro destra, nonostante i presunti scandali e le inchieste. E Letta c'era anche questa volta, ad accogliere il Papa in aeroporto, insieme al presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti (sempre centro destra) e l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco.

«Altrettanto opportuna - ha sottolineato Benedetto XVI - è anche la Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa, sia per la qualità articolata della proposta, sia per la sua capillare divulgazione. Auspico vivamente - ha aggiunto - che da tali iniziative scaturisca una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune. Desidero anche - ha concluso - incoraggiare e benedire gli sforzi di quanti, sacerdoti e laici, sono impegnati nella formazione delle coppie cristiane al matrimonio e alla famiglia, al fine di dare una risposta evangelica e competente alle tante sfide contemporanee nel campo della famiglia e della vita».

Peraltro l'appello arriva a pochi giorni dal seminario a porte chiuse di Todi (programmato per il 17 ottobre) in cui le principali associazioni laicali di ispirazione cattolica si ritroveranno per dare corpo ma soprattutto gambe al nuovo progetto di formazione politica, a cui la soprattutto la Curia – in particolare in Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone - ma anche la Cei guardano con crescente interesse.

Poi però l'omelia del Papa si è rivolta alla travagliata regione che lo ospita.

In Calabria – ha detto - i problemi sono in forme «acute e destabilizzanti», come la «disoccupazione preoccupante» e la «criminalità spesso efferata» che «ferisce il tessuto sociale». Ma i calabresi hanno «saputo reagire all'emergenza con prontezza e disponibilità sorprendenti». Il Papa chiede loro di non scoraggiarsi. «Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi», crescete nella «capacità di collaborare con gli altri, e per il bene pubblico». «So che anche a Lamezia Terme, come in tutta la Calabria non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. Se osserviamo questa bella regione, riconosciamo in essa una terra sismica - ha commentato - non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale; una terra, cioè, - ha chiarito il Papa - dove i problemi si presentano in forme acute e destabilizzanti; una terra dove la disoccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata, ferisce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere in emergenza».

Parole dure, che si riallacciano a quelle pronunciate un anno fa a Palermo. «All'emergenza - ha sottolineato papa Ratzinger - voi calabresi avete saputo rispondere con una prontezza e una disponibilità sorprendenti, con una straordinaria capacità di adattamento al disagio. Sono certo che saprete superare le difficoltà di oggi per preparare un futuro migliore. Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi. Fate appello alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell'altro e di ogni bene pubblico, custodite l'abito nuziale dell'amore; perseverate nella testimonianza dei valori umani e cristiani così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione».

Nel suo saluto al Papa, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, ha parlato anche di criminalità. «Noi non possiamo accettare che nella nostra terra si rafforzi il dominio dei poteri criminali l'impresa buona sia scacciata da quella cattiva ed inquinata, il capitale illegale si sostituisca a quello legale, i nostri giovani non abbiano lavoro e prospettiva e siano costretti ad andare via e persino tanti sacerdoti vengano minacciati. È terribile che per un lavoro totalmente in nero e sottopagato si debba morire tragicamente come è successo per le operaie di Barletta».

Al termine della messa, prima della preghiera dell'Angelus, il Papa tedesco ha poi invocato «l'intercessione di Maria per i problemi sociali più gravi di questo territorio e dell'intera Calabria, specialmente quelli del lavoro, della gioventù e della tutela delle persone disabili, che richiedono crescente attenzione da parte di tutti, in particolare delle istituzioni».

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