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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2011 alle ore 08:22.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2011 alle ore 20:00.

Il grande imam di Al Ahzar, Ahmed el Tayyeb, la più alta istituzione dell'Islam sunnita, ha chiesto un dialogo d'emergenza fra i responsabili delle comunità musulmana e cristiana all'indomani degli scontri al Cairo fra cristiani copti e forze dell'ordine che hanno provocato 36 morti frai copti, secondo fonti della comunità che hanno annunciato per oggi alle 14 i funerali nella cattedrale di Hamra. Fonti ufficiali parlano invece di 25 morti e 200 feriti (tre dei quali soldati).

El Tayyeb ha chiesto che ci sia un incontro fra i membri della Famiglia egiziana, organizzazione che riunisce religiosi musulmani e cristiani, «per tentare di contenere la crisi» scoppiata surante una manifestazione della minoranza cristiana che protestava contro l'incendio di una chiesa nel governatorato di Assuan . L'imam el Tayyeb avrebbe già preso contatto con il Papa copto Shenouda III.

Ieri, 24 persone sono state uccise e altre 200 sono rimaste ferite negli scontri fra copti (cristiani d'Egitto) e le forze dell'ordine nel centro della capitale, i più violenti dalla caduta del regime di Hosni Mubarak a febbraio. Le violenze sono avvenute a margine di una manifestazione di copti .

Sono 24 le persone rimaste uccise negli scontri scoppiati ieri sera nel centro del Cairo durante una manifestazione di cristiani copti. Nella notte le autorità hanno imposto un coprifuoco in città, cessato stamattina alle 7, per cercare di riportare l'ordine attorno al Parlamento, alla sede del Governo e al museo archeologico della capitale. I feriti sono oltre 200. Migliaia di cristiani copti erano scesi in piazza per protestare contro la distruzione di una chiesa nella provincia di Assuan, e le violenze sarebbero scoppiate dopo che un gruppo di manifestanti ha gettato delle pietre contro la polizia militare, in assetto antisommossa, schierata davanti all'edificio della televisione di Stato.

Ieri notte il primo ministro egiziano Essam Sharaf ha lanciato un appello alla calma con un discorso trasmesso dalla televisione e con un messaggio sulla sua pagina ufficiale sul social network Facebook. Sharaf ha avvertito che l'Egitto è in «pericolo», e che la «discordia tra musulmani e cristiani» rappresenta «la più grave minaccia alla sicurezza del Paese». Il prossimo 28 novembre inizieranno in Egitto le elezioni legislative, le prime del dopo Mubarak, che dureranno quattro mesi.

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