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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2011 alle ore 15:24.

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Indebolito, assediato, destabilizzato, Silvio Berlusconi sopravviverà ancora una volta? E se, come appare probabile, il premier confermerà di avere una maggioranza in Parlamento, per quanto tempo può andare avanti così? La stampa estera si interroga sul destino del governo italiano, anche al di là del voto di fiducia previsto per domani alla Camera, dopo l'inattesa bocciatura del rendiconto dello Stato.

Se pure fosse stato solo un incidente di percorso, come sostiene il governo, per l'Economist c'è poco da consolarsi. "Nelle file della maggioranza ci sono tanti parlamentari scontenti che questo incidente doveva capitare – e potrebbe capitare ancora", scrive in un blog il settimanale britannico.
Il governo Berlusconi è per l'Economist "un catorcio" che cade a pezzi. E la sconfitta per un solo voto sul rendiconto dello Stato è stata "triplamente umiliante". Primo, perché non è mai accaduto niente del genere. Secondo, perché né il ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, né il principale alleato, Umberto Bossi, erano in aula per votare. Terzo, perché "qualsiasi cosa abbia a che fare con la finanza pubblica dell'Italia è particolarmente sensibile", nel bel mezzo della crisi del debito dell'eurozona.

Il "grande sopravvissuto" della politica italiana – così lo chiama il Financial Times – appare avviato a guadagnare altro tempo per il suo governo di centro-destra. Ma "perfino i suoi sostenitori si domandano quanto a lungo un primo ministro indebolito possa andare avanti con una maggioranza precaria in Parlamento e una coalizione divisa da lotte interne".
Sotto il titolo "Premier italiano si gioca la sopravvivenza sul voto di fiducia", il Ft riferisce che i leader del Pdl sono sicuri che la maggioranza otterrà un'altra vittoria, magari con un margine di 10 voti. Il problema – sottolinea il quotidiano - è se Berlusconi dimostrerà di essere capace di porre fine alla paralisi che blocca le decisioni, dalle leggi per le riforme economiche alle nomine del governatore della Banca centrale e in Rai.

I leader dell'opposizione – nota Guy Dinmore - sono rimasti delusi che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non abbia chiesto le dimissioni di Berlusconi. Ma il capo dello Stato ha usato parole "insolitamente nette", esprimendo preoccupazione per le "acute tensioni" e chiedendo "risposte credibili" agli urgenti problemi economici dell'Italia.
Nel caso di una vittoria con stretto margine, aggiunge il Financial Times, "gli alleati non escludono la possibilità che Berlusconi decida di andare a elezioni anticipate invece di lottare per arrivare fino alla fine del mandato nel 2013".
Quando il primo ministro e il ministro delle Finanze non sono sulla stessa lunghezza d'onda, poco importa rinsaldare il governo, dice al Ft l'analista londinese Nicholas Spiro, ricordando che la "disfunzionalità politica" dell'Italia è fonte di grande stress nell'eurozona.

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