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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2011 alle ore 14:48.

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Il gip di Bari chiede l'arresto di Lavitola (Ansa)Il gip di Bari chiede l'arresto di Lavitola (Ansa)

«Valter Lavitola è da arrestare» ritiene il gip di Bari Sergio Di Paola, che ha rigettato la richiesta del procuratore aggiunto, Pasquale Drago, di revoca della misura cautelare per l'ex direttore dell'Avanti!. In sostanza, ci sarebbero i gravi indizi di colpevolezza a carico del faccendiere accusato di aver indotto Gianpaolo Tarantini a fornire dichiarazioni false ai pm di Bari che indagavano sul giro di escort al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Reato questo, compiuto, secondo la ricostruzione del Riesame di Napoli, con lo stesso Berlusconi.

Entro oggi, dunque, l'aggiunto Drago dovrà depositare una nuova richiesta d'arresto per il faccendiere, che sarà quasi certamente accolta entro il 16 ottobre prossimo, giorno in cui scadranno i termini del provvedimento emesso dal gip di Napoli. L'indagine, dunque, pur continuando il suo corso, con gli approfondimenti dei carabinieri dal 2009 ad oggi, ha un punto fermo: Lavitola avrebbe avuto un ruolo nella presunta induzione al falso. Ruolo che sarebbe stato individuato dallo stesso presidente del Consiglio, secondo il Riesame partenopeo e che, non si esclude, anche dal gip di Bari. Secondo la ricostruzione dei fatti fatta dagli inquirenti, Lavitola avrebbe dato su invito del presidente del Consiglio circa 500mila euro ai coniugi Tarantini per avviare una nuova attività imprenditoriale nel settore delle protesi sanitarie. Il gip di Bari, ritenendo che quel passaggio di soldi sia da ricondurre alla presunta induzione al falso, ha implicitamente allungato ombre sul stesso presidente del Consiglio. Sembra potersi escludere, infatti, che Lavitola possa aver indotto autonomamente Tarantini a riferire circostanze false ai pm che indagavano sull'inchiesta escort, per scagionare il premier Berlusconi, senza che nessuno glielo abbia chiesto. Per il gip di Bari, dunque, Tarantini potrebbe non aver detto tutta la verità sui 30 party erotici tra settembre 2009 e marzo 2010, organizzati nelle residenze del premier.

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