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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 12:36.

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Il corteo dei manifestanti passa davanti al Colosseo (Ansa)Il corteo dei manifestanti passa davanti al Colosseo (Ansa)

Mario Draghi è uno dei bersagli dei cartelli dei giovani "indignados" che oggi scenderanno in Piazza a Roma e in tante altre piazze in tutto il mondo. Tuttavia il prossimo governatore della Bce ha parole di comprensione nei loro confronti. «Se la prendono con la finanza come capro espiatorio, ma li capisco - ha detto il prossimo governatore della Bce, in una conversazione informale con la stampa a margine del G20 a Parigi - hanno aspettato tanto, noi all'età loro non lo abbiamo fatto».

E poi ha aggiunto: «Se siamo arrabbiati noi per la crisi, figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent'anni e sono senza prospettive». Poi però ha precisato: «È un movimento internazionale, il cui appello può essere ascoltato a patto che le manifestazioni restino pacifiche».

Proprio Draghi nel suo ultimo discorso da governatore della Banca d'Italia aveva fatto esplicito riferimento alla situazione dei giovani. «Senza di loro non si cresce», aveva detto, e solo rimuovendo le rigidità che impediscono lo sviluppo delle potenzialità delle giovani generazioni si potrà ricondurre l'economia italiana sul sentiero della crescita.

Quando è stato informato degli scontri a Roma, il governatore Draghi ha poi detto: «È un gran peccato».

Una presa di posizione analoga è quella di Timothy Geithner, segretario di Stato al Tesoro di quegli Stati Uniti dove la versione del movimento ha preso il nome "Occupy Wall Street", prendendo di mira il cuore e simbolo della finanza globale.

«Quello a cui stiamo assistendo nel Paese è l'espressione del timore che l'economia Usa non stia crescendo in tempi rapidi, che il tasso di disoccupazione non stia calando più velocemente e che non ci sia un aumento dei salari - ha detto Geithner a Cnbc - la gente vuole che il governo, che Washington, agisca per migliorare subito la situazione». Nei giorni scorsi il presidente Obama aveva parlato del movimento come espressione «della frustrazione degli americani».

Tuttavia l'esponente americano ha rivendicato che l'amministrazione Obama sta adottando misure per affrontare gli squilibri economici.
Intanto in decine di città e metropoli si stanno svolgendo o si apprestano a partire cortei di protesta di questi movimenti, che spesso si riuniscono dietro a slogan in cui si respinge il fatto di dover continuare a caricare sulle spalle dei contribuenti i costi di una crisi che continua a germinare nella Finanza.

Il manifesto della piazza (di christian rocca)

Krugman: errore snobbare la protesta

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