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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 18:07.

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Per Roma doveva essere una giornata di indignazione pacifica, ispirata al movimento Occupy Wall Street di New York. E invece lo scenario si è trasformato in qualcosa che forse non si vedeva da almeno dieci anni, dall'epoca del G8 di Genova. E che a Roma non si vedeva forse da molto più tempo. L'area compresa fra Piazza della Repubblica, da dove è partito il corteo degli indignati, e Piazza San Giovanni, punto di arrivo, è stata devastata da circa 500 teppisti, sorta di black bloc, che hanno incendiato auto e cassonetti, distrutto vetrine, assaltato sedi di lavoro interinale e alcuni locali di un Centro Rifornimento di Commissariato di via Labicana, il cui tetto è crollato.
Il corteo era partito alle 14, come stabilito, con migliaia di persone. Ma quasi da subito dei gruppi di manifestanti incappucciati e armati di spranghe, bombe carta e mazze ha iniziato a devastare banche, negozi, auto. Secondo i dati del 118, i feriti sarebbero almeno 70, di cui 45 condotti in ospedale, fortunamente nessuno in modo grave. Le manifestazioni degli indignati si sono svolte in molte altre città europee, da Parigi a Londra a Madrid. Ma in nessun caso si è assistito a un simile scoppio di rabbia e violenza.

Scontri violenti a Piazza San Giovanni, centinaia di persone in fuga
Per ore Piazza San Giovani è stata il teatro della guerriglia più violenta. Tradizionalmente sede di manifestazioni pacifiche, dal concerto del Primo Maggio ai raduni del Popolo Viola, la piazza è stata letteralmente devastata, sanpietrini e pali sono stati divelti, cabine telefoniche distrutte. Fumogeni e petardi lanciati ovunque. Le forze dell'ordine hanno cercato di arginare i 500 violenti, con cariche e interventi dei blindati. Ma con molte difficoltà, visto che i teppisti sono organizzati e armati fino ai denti. Un blindato dei carabineri è stato dato alle fiamme, i due agenti che si trovavano al suo interno sono riusciti a salvarsi uscendo pochi secondi prima dell'incendio.

Decine di persone sono state praticamente schiacciate sulle scale della Basilica di San Giovanni per trovare rifugio, impossibilitate ad uscire dalla piazza, che si è trasformata in una specie di imbuto. Il vicariato, che si affaccia sulla piazza, ha aperto i cancelli per permettere ai manifestanti pacifici di andarsene. Altri si sono rifugiati nei portoni dei palazzi della piazza. Il Comune ha deciso di chiudere tutti i musei del centro storico per precauzione, dodici linee dei trasporti pubblici sono state deviate. «I veri indignati oggi sono i cittadini romani», ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che alle 21 si recherà a Piazza San Giovanni per un sopralluogo.

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