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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2011 alle ore 06:40.
Si fa viva anche Mediaset con un comunicato: «Il gup di Milano al termine dell'udienza preliminare ha stabilito che nel procedimento Mediatrade-Rti non si è verificata alcuna appropriazione indebita da parte dell'azionista di maggioranza di Mediaset Silvio Berlusconi. Viene così a cadere l'impianto accusatorio che ipotizzava una frode fiscale architettata per costituire fondi illeciti a favore del socio di controllo e a danno degli azionisti di minoranza e del Fisco». E conclude: «Per questo motivo i rinvii a giudizio degli amministratori di Mediaset per frode fiscale risultano difficilmente comprensibili».
E questo è il punto. Perché se il gup ha ritenuto che esistono prove sufficienti per rinviare a giudizio undici imputati, tra i quali Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, ma ha stabilito che Silvio Berlusconi non ha commesso il fatto, allora chi sono all'interno di Mediaset i responsabili dei presunti fondi neri e della frode fiscale? Forse le motivazioni della decisione potranno sciogliere l'interrogativo. E intanto la prima udienza del processo è stata fissata per il 22 dicembre.
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LE TAPPE DELLA VICENDA
L'inchiesta Mediatrade
È uno dei filoni d'indagine sui presunti fondi neri creati attraverso la compravendita dei diritti tv
14 ottobre 2005
La Guardia di Finanza perquisisce gli uffici di Rti, società che ha incorporato Mediatrade, controllata del gruppo che dal 1999 aveva sostituito la maltese Ims nell'acquisto dei diritti tv. In Svizzera vengono sequestrati sui conti di una società di Frank Agrama, ritenuto dagli inquirenti «socio occulto» del premier, una somma in franchi svizzeri equivalente a circa 100 milioni di euro. Nel 2007 la Procura stralcia l'inchiesta Mediatrade da quella principale
22 gennaio 2010
I pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro chiudono l'inchiesta. Tra gli indagati ci sono Silvio Berlusconi, accusato di frode fiscale (fino al 2009) e appropriazione indebita (fino al 2006), e il figlio Piersilvio, per il quale viene ipotizzata la frode fiscale. Le persone indagate sono in tutto 12, tra le quali Fedele Confalonieri. Stando alla ricostruzione dei pm, l'inchiesta avrebbe fatto emergere le modalità con le quali società del gruppo Berlusconi avrebbero comprato i film dalle major americane. Invece che contrattare direttamente i diritti, queste società li avrebbero acquistati a un costo maggiore dalla Wiltshire di Agrama che, a sua volta, li aveva comprati dalle case di produzione americane. La differenza tra quanto pagato dalla Wiltshire e l'esborso del gruppo Fininvest/Mediaset sarebbe, secondo l'accusa, su alcuni conti in paradisi fiscali: circa 34 milioni di dollari
9 aprile 2010
La Procura chiede il processo per i 12 indagati
2 maggio 2011
Berlusconi si presenta nell'aula dove si svolge l'udienza preliminare e rende dichiarazioni spontanee davanti al gup
18 ottobre 2011
Il gup proscioglie Berlusconi e rinvia a giudizio gli altri indagati, tra i quali il figlio Piersilvio e Fedele Confalonieri