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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2011 alle ore 11:30.

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Dopo la lunga giornata di ieri, stamattina le trattative su riforme e crescita sono riprese con un vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli. Per fare il punto sulle misure da presentare al Consiglio europeo di Bruxelles e sciogliere il nodo della riforma previdenziale che trova ancora il no della Lega, alla riunione sono presenti, oltre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, anche il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il sottosegretario Gianni Letta, il segretario del Pdl Angelino Alfano, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, il suo vice Gaetano Quagliariello e il presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto.

Il muro di Bossi: molto difficile trovare un accordo, non vogliamo governi tecnici. L'Europa vuole che Berlusconi lasci
Ma la Lega ribadisce il suo no ai ritocchi al sistema delle pensioni. «Stavolta la situazione è molto pericolosa», ha detto a Montecitorio il leader del Carroccio Umberto Bossi parlando della impasse nel governo. Ma si rischia la crisi? «Certo», ha risposto, sottolineando che «noi non facciamo governi tecnici». Sulle pensioni «è difficile, molto difficile trovare un accordo», ha proseguito il leader della Lega: «Non è possibile, 67 anni non possiamo farlo. La gente ci ammazza», ha detto riferendosi all'ipotesi di innalzamento dell'età pensionabile. E ha ripetuto che le pensioni di anzianità «i 40 anni, non vanno toccati». «L'Europa vuole far fare un passo indietro a Berlusconi. Quello dell'Europa è un colpo contro Berlusconi», afferma. In ogni caso, Bossi ha annunciato di non aver in programma per oggi un incontro con Berlusconi, ma che starà «a guardare le proposte che mi fanno».

Napolitano: il governo agisca subito. Inaccettabili le espressioni di scarsa fiducia nell'Italia
«Per l'Italia è il momento di definire - in materia di sviluppo e di riforme strutturali - le nuove decisioni di grande importanza annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio». Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una nota, nella quale ha definito anche «inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche - a margine di incontri istituzionali tra i capi di governo - di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia», che « non possono farci perdere di vista la sostanza delle questioni e delle sfide che abbiamo davanti».

L'appello di Cicchitto e di Matteoli: governo a rischio, necessario trovare un accordo
La sensazione è netta: o si trova la quadra o il governo Berlusconi è destinato alla caduta. Per questo «bisogna fare ogni sforzo per trovare un'intesa sul piano programmatico della maggioranza perché‚ non c'è nessuna reale alternativa al governo Berlusconi», afferma in una nota Fabrizio Cicchitto. «In caso di caduta del governo Berlusconi ci sarebbe un autentico salto nel buio con conseguenze assai negative anche per la tenuta finanziaria del Paese. Allora va fatto ogni sforzo per ricompattare la maggioranza anche sulle questioni programmatiche più delicate».
Più ottimista stamattina è apparso Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, che a margine di un evento Enac a Roma ha ammesso che pur se sui nuovi provvedimenti chiesti dall'Europa c'è il rischio di una crisi di Governo «certamente i margini di trattativa ci sono e quindi stiamo trattando». Lo stesso ministro ha poi escluso che ci sia un nuovo consiglio dei Ministri nella giornata di oggi. «Oggi non ci sarà nessuno Consiglio perché non ce ne bisogno. Se si trova un accordo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, domani illustrerà all'Europa l'accordo che è stato raggiunto. Poi - ha concluso - il provvedimento si può prendere anche dopo»

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