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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 08:05.

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Braccio di ferro sull'anticipo dal 2014 al 2012 della stretta sulle pensioni rosa nel settore privato. Fino a tarda notte Silvio Berlusconi e Umberto Bossi hanno cercato di trovare un'intesa sul pacchetto previdenza da presentare oggi a Bruxelles, che conferma il progressivo innalzamento a 67 anni nel 2026 della soglia di vecchiaia per tutti i lavoratori.

Un innalzamento dovuto a tutti gli interventi adottati negli ultimi anni, a cominciare dall'aggancio all'aspettativa di vita del momento dell'effettivo pensionamento e del ricorso alle finestra unica per le uscite, che a regime fanno lievitare di fatto di due anni il limite di vecchiaia dei 65 anni fissato dal nostro sistema previdenziale. Nessuna novità invece sulla "anzianità", anche se fino a tarda notte si è cercata una mediazione sul ripristino dello scalone Maroni o, in alternativa, su un meccanismo di incentivi (e possibilmente disincentivi) per favorire il rinvio dei trattamenti anticipati.

Sulle anzianità la Lega ha imposto il suo stop. Nella lettera di intenti destinata alla Ue, che il premier ha limato fino a tarda notte, non sarebbero stati esplicitati nuovi interventi sulla previdenza, anche se sarebbe stata lasciata aperta la porta a qualche correttivo, come ad esempio quello sulle pensioni rosa. Anche in questo caso però la Lega ha continuato a resistere.

Bossi ha cercato in tutti i modi di bloccare il tentativo, proposto da Palazzo Chigi e dal Pdl, di anticipare al 2012 il meccanismo previsto dall'ultima manovra estiva per far salire gradualmente (dal 2014) a 65 anni (nel 2026) la soglia di pensionamento delle donne del settore privato. Il ministro Mariastella Gelmini ha anche parlato in tv di un intesa su un percorso graduale tra il 2012 e il 2025 per allineare i pensionamenti di vecchiaia di tutti i lavoratori (uomini e donne) pubblici e privati. Questo "limite" per effetto del meccanismo sull'aspettativa di vita e della finestra unica salirebbe a 67 anni, ovvero allo stesso livello già fissato, in parte sempre con un percorso graduale, da Spagna e Germania. Proprio gli interventi per alzare l'età di vecchiaia e per rafforzare la sostenibilità del sistema previdenziale italiano, più volti apprezzati dalla Commissione europea, verrebbero sottolineati nella lettera d'intenti del premier.

Tutto fermo invece sulle anzianità, anche se la questione, dopo i ripetuti no pronunciati da Bossi, è stata nuovamente affrontata in ultimo vertice notturno a palazzo Grazioli.

Per tutta la giornata di ieri Silvio Berlusconi ha provato a convincere lo stato maggiore leghista della necessità di mettere nero su bianco misure per giungere all'abolizione dei pensionamenti anticipati. Ma Bossi ha rinnovato il suo stop all'ipotesi di giungere rapidamente a quota 100 (somma tra età anagrafica e contributiva), ovvero al superamento dei trattamenti anticipati. E ha anche bloccato il tentativo di ripristinare almeno parzialmente lo scalone Maroni anticipando quota 97, vincolata al pensionamento con meno di 62 anni di età, al 2012. Il Carroccio ha ripetuto la sua assoluta contrarietà a toccare gli assegni di anzianità raggiunti con il solo canale dei 40 anni di contribuzione.

L'unica disponibilità concessa dalla Lega è stata quella ad affrontare il capitolo degli incentivi per favorire il rinvio dei trattamenti anticipati, ed eventualmente di vecchiaia, rispolverando di fatto il bonus ideato da Roberto Maroni quando era ministro del Welfare. Nel tardo pomeriggio, però questa opzione è stata scartata per il timore di una bocciatura della Ue e anche per l'incertezza su eventuali sovracosti. Non a caso Bossi in serata ha garantito che non ci sarebbe stato alcun intervento sulle anzianità. Non tutte le porte sarebbero però state chiuse dalla Lega. Qualche chance, se proprio dovesse essere necessario, potrebbe averlo l'anticipo al 2012 del dispositivo riguardante l'aggancio all'aspettativa di vita dell'effettivo momento del pensionamento.

Il Carroccio ha caldeggiato una stretta decisa sugli assegni di reversibilità e invalidità e si è di mostrata pronta a dare il via libera ad un eventuale prelievo (di solidarietà) sulle circa 500mila baby pensioni ancora in pagamento. Dalla Lega sarebbe arrivata anche una cauta disponibilità a discutere di un eventuale estensione del metodo contributivo, a discapito del retributivo, per il calcolo delle pensioni anche se senza penalizzare i trattamenti di anzianità.

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