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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2011 alle ore 18:11.

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Una elaborazione grafica del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. (Ansa)Una elaborazione grafica del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. (Ansa)

È escluso che il Governo non realizzi il ponte sullo Stretto di Messina. Lo precisa il viceministro alle Infrastrutture, Aurelio Misiti, in una nota in cui ricostruisce le tappe dell'approvazione, questa mattina in Aula alla Camera, di una mozione dell'Idv sul trasporto pubblico che impegna l'esecutivo a sospendere i finanziamento per il Ponte.

«Il viceministro - si legge nella nota - nel dare il parere a nome del Governo ha proposto una riformulazione della mozione dell'Italia dei Valori che di fatto escludesse la possibilità di ricorrere a fondi della società Stretto di Messina spa. La riformulazione non è stata accolta e tuttavia si è lasciata al governo la discrezionalità di trovare tali fondi da varie fonti. Pertanto è da escludere categoricamente che il Governo possa scegliere di non realizzare il Ponte sullo Stretto. Quindi la posizione del Governo è netta e quella personale dell'onorevole Misiti ancora di più. Pertanto la comunicazione data non corrisponde assolutamente alla posizione politica del viceministro Misiti».

Tutto questo dopo la tirata d'orecchi, a mezzo agenzie, del ministro Altero Matteoli. «Evidentemente il viceministro Misiti - ha fatto sapere il responsabile delle Infrastrutture, se è vero quanto è stato riferito, ha espresso un parere a titolo personale, che non corrisponde a quanto pensa il Governo nè tantomeno il sottoscritto». In sostanza un altro «incidente parlamentare». Il progetto del ponte «va avanti».

Eppure la mozione dell'Idv approvata impegnerebbe l'Esecutivo «alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l'esecuzione - a partire dal 2012 - di aumenti di capitale della società Stretto di Messina».

Soltanto lo scorso 16 ottobre, il ministro Matteoli aveva detto che il ponte sullo Stretto di Messina verrà realizzato «a prescindere dall'eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo». Il Ponte - aveva puntualizzato - per il governo «resta una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell'Italia».

Critico, ovviamente, Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, dopo la rettifica di Misiti. «Mentre si tagliano drasticamente le risorse per il trasporto pubblico locale che interessa milioni di cittadini e praticamente si azzerano i fondi per la prevenzione dal dissesto idrogeologico, é delirante che questo Governo ancora pensi a destinare enormi quantità di denaro pubblico ad un'opera tanto discutibile quanto di dubbia utilità come il ponte sullo stretto».

Il ministro Matteoli, ha incalzato il deputato e capogruppo del Pd in commissione trasporti alla Camera, Michele Meta, «dovrebbe spiegarci se considera che il parlamento sia un intralcio, un luogo a rischio incidenti, quando l'Esecutivo si impegna su atti dei gruppi parlamentari che vengono approvati, come le mozioni dell'opposizione sul trasporto pubblico votate oggi alla camera. Ci sembra una posizione alquanto insolita visto che poi, su altri provvedimenti, si ricorre sistematicamente al voto di fiducia strozzando spesso un dibattito parlamentare fatto nell'interesse dei cittadini».

In serata la Società Stretto di Messina si è fatta sentire. Secondo SdM il voto della Camera «non pregiudica lo stanziamento dei fondi già previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, ciò anche alla luce delle valutazioni espresse al riguardo dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti».

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