Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2011 alle ore 14:37.

My24

L'Area Dem di Franceschini
Dario Franceschini ha abbandonato da tempo l'ex compagno di strada Valter Veltroni per riavvicinarsi a Bersani. E ha un discreto seguito nel partito, a cominciare dal sindaco di Torino, Piero Fassino o dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Di recente, poi, i rapporti tra lui e l'ex sindaco di Roma sono tornati a essere cordiali, ma la riunificazione della vecchia minoranza è ancora lontana.

I modem di Veltroni
Valter Veltroni e i suoi hanno scoperto parecchie affinità con i rottamatori di Matteo Renzi - soprattutto su temi sensibili dell'economia come pensioni e licenziamenti - e, anche se l'ex sindaco di Roma è rimasto da solo dopo la rottura con Franceschini, i suoi movimenti e quelli dei suoi uomini (da Giorgio Tonini a Stefano Ceccanti) continuano a essere guardati con molta attenzione dai vertici del partito.

Gli ex prodiani
Tra coloro che hanno fatto più rumore negli ultimi tempi, ci sono sicuramente gli ex prodiani capitanati dall'ex ministro Arturo Parisi, che si sono battuti per il referendum pro-Mattarellum e insistono per le primarie. E, proprio su quest'ultimo tassello, hanno costruito un notevole feeling con il sindaco di Firenze.

Gli ex popolari di Fioroni
Critici con il segretario sul tema delle alleanze - per loro l'asse con Vendola e Di Pietro, è fumo negli occhi - gli ex popolari che fanno capo a Beppe Fioroni e all'ex presidente della provincia di Roma, Enrico Gasbarra, vorrebbero una correzione a 360 gradi della strategia politica del segretario e, nei bollettini parlamentari, sono dati in dialogo costante con i moderati del Pdl e del Terzo polo.

I giovani turchi
Un discorso a parte merita il gruppo dei trenta-quarantenni del Pd, i «giovani turchi» che si muovono attorno a Stefano Fassina, responsabile economico dei democratici, e Andrea Orlando, e che uscirono allo scoperto un anno fa con un documento molto stringente in cui si chiedeva un effettivo ricambio generazionale nel partito. Sulla carta molte delle loro richieste non sono lontane da quelle dei rottamatori, ma diversamente da Renzi continuano a muoversi nell'alveo del segretario.

I rottamatori di Renzi
Tra i giovani dei democratici la sua è senz'altro la corrente che fa più paura vista la capacità di mobilitare energie ed entusiasmi anche attraverso un uso abilissimo di pc e social network. I rottamatori di Matteo Renzi hanno numeri in crescita e suscitano simpatie diffuse anche tra alcuni democratici della vecchia guardia (da Parisi a Realacci).

I Tea-party
Ufficialmente è un esponente dell'area di Franceschini, ma Gianluca Lioni è uscito dall'anonimato con un manifesto coraggioso che punta a una politica economica neo liberale (molti i punti di contatto con il pensiero di Giavazzi e Alesina), chiede di proseguire sulla strada aperta dalle lenzuolate di Bersani e si contrappone alla piattaforma elaborata da Fassina&co (da qui il nome di "giovani curdi" affibbiato agli estensori del documento). I numeri sono ancora piccoli, ma il gruppo di Lioni ha dalla sua la capacità di raccogliere consensi anche fuori dal recinto del partito.

Prossima Italia
Si sono staccati dal rottamatore numero uno e ormai ne criticano apertamente la strategia. Obiettivo: smarcarsi definitivamente da Renzi per cominciare una navigazione autonoma in mare aperto. La truppa che risponde a Pippo Civati e all'europarlamentare Debora Serracchiani, sta crescendo, anche grazie all'iperattivismo del consigliere regionale, ma l'ombra del sindaco di Firenze pesa ancora.

È tempo di esempi
Tra le nuove leve dei democratici si sono segnalati per la schiettezza dei toni e l'affondo deciso sui costi della politica. Tanto da aver lanciato una campagna "È tempo di esempi" per chiedere maggiori sacrifici ai professionisti del palazzo. Il gruppo lanciato su Facebook da tre deputati del Pd, Dario Ginefra, Fausto Recchia e Francesco Boccia (vicino comunque a Letta) intercetta sostegno crescente e mette sul piatto richieste precise alla classe politica.

I zingarettiani
Continua a ripetere di pensare solo alla corsa per il Campidoglio quando arriverà a scadenza il mandato di sindaco di Roma di Gianni Alemanno, ma sono in molti dentro il Pd a simpatizzare per Nicola Zingaretti e a spingere per un ruolo di primo piano nel partito. Lui, per il momento, svicola, ma gode di un ampio gradimento, non solo a Largo del Nazareno.

Cambia l'Italia
Sono il gruppo più eterogeneo dentro il partito, il cui collante più forte è l'attenzione per i temi legati alla laicità dello Stato, ai diritti civili e alla questione morale. Ma l'area, coagulatasi attorno al senatore Ignazio Marino in occasione della sua discesa in campo, nel 2009, per le primarie del Pd, è riuscita a raccogliere sostegno anche al di là dei suoi confini originari.

Shopping24

Dai nostri archivi