Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2011 alle ore 14:17.

My24
L'ammiraglio Giampaolo Di Paola (Imagoeconomica)L'ammiraglio Giampaolo Di Paola (Imagoeconomica)

La conduzione delle operazioni per garantire la sicurezza della Libia del post-Gheddafi deve rimanere in mano ai libici e un immediato ruolo operativo della Nato, magari con l'utilizzo delle basi italiane, non è contemplato. L'Alleanza, se richiesta, potrà tornare in campo solo in un secondo momento, nel medio periodo, con funzioni di assistenza quando ci sarà da aiutare la nuova Libia ad allestire un proprio esercito. È questo il punto di vista dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola, dal giugno 2008 presidente del comitato militare della Nato, espresso in un'intervista a margine di un incontro organizzato dal gruppo italiano della Trilateral Commission a Milano.

In Libia la missione militare si è appena conclusa, e adesso? Non c'è più un ruolo da svolgere per la Nato?
La Libia e il suo Governo entrano ora in una fase delicata, la costruzione di una nuova realtà istituzionale dopo 45 anni di dittatura di Gheddafi. In questa fase hanno bisogno di assistenza nella costruzione di una nuova realtà isitituzionale e si stanno rivolgendo a un certo numero di alleati e Paesi amici. L'Alleanza ha detto chiaramente che questo non è il suo momento. Qualora l'autorità libica di governo lo richiedesse, l'assistenza della Nato potrà essere data per esempio nella rimessa in piedi del sistema della sicurezza (ministro della Difesa, forze armate e istituzioni relative). Ma questo potrà avvenire nel medio periodo, non ora, non è l'emergenza immediata.

Chi sarà a condurre gli sforzi per la sicurezza della nuova Libia, il Qatar?
La conduzione deve andare ai libici. Poi c'è un gruppo di amici della Libia, che si è riunito a Doha, tra i quali c'è l'Italia e anche il Qatar. Ma il Governo del Qatar non è necessario che sia leader. Chi guida sono i libici.

Però ora la Libia non ha più i mezzi per il controllo del proprio spazio aereo, non ha più una marina. Non sarà necessario ancora l'utilizzo delle basi aeree italiane?
Il problema principale dei libici è ora di sicurezza interna e del territorio. Non è che la loro prima preoccupazione sia costruirsi una marina, avere una portaerei. Nel campo del controllo marittimo hanno comunque un minimo di capacità di sorveglianza delle proprie acque territoriali, anche se poca roba. Quanto allo spazio aereo è controllato dalle Libian civilian authority insieme con l'Icao. Hanno aeroporti a Bengasi, Tripoli, Mitiga Sabha. Non è un problema di basi, casomai di assetti. Non c'è bisogno di usare basi aeree italiane e non ho visto richieste in questo senso.

Passando all'Afghanistan, è di due giorni fa il ferimento di un soldato italiano e continuano gli attentati. Resta un fronte difficile...

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi