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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2011 alle ore 15:24.

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La cancelliera tedesca Angela Merkel vuole introdurre il tema di un «cambiamento limitato dei trattati» europei già nel prossimo consiglio dell'Unione europea, in calendario per il 9 dicembre. Lo ha detto la stessa Merkel in una conferenza stampa seguita all'incontro con la premier danese Helle Thorning-Schmidt.

In preparazione del vertice di dicembre, il premier britannico David Cameron sará intanto domani a Bruxelles per incontrare il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e quello della Commissione Ue, Jose Manuel Durao Barroso. Lasciata Bruxelles, il capo del governo di Londra volerá a Berlino per un incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel che si preannuncia tutt'altro che facile. La visita in Germania di Cameron «non potrebbe avvenire in un momento peggiore», scrive «Der Spiegel» nella sua edizione online, sottolineando la reazione furibonda degli euroscettici britannici ad una dichiarazione del capogruppo della Cdu al Bundestag, Volker Kauder, secondo cui, «improvvisamente, l'Europa parla tedesco». Nel senso che finalmente i Paesi dell'eurozona hanno capito che la crisi attuale è una conseguenza della mancanza di disciplina di bilancio invocata da tempo dalla Germania. Ma, soprattutto, le parole che hanno irritato Londra sono quelle secondo cui la Gran Bretagna sarebbe troppo concentrata a difendere i propri interessi nazionali quando tratta con l'Europa.

Ma non solo le dichiarazioni di Kauder hanno reso ancora più incandescente un'atmosfera giá tesa tra i due Paesi, l'uno, la Germania, sempre più ansiosa di dettare la linea all'eurozona, l'altro, la Gran Bretagna, che teme di essere sempre più lasciato fuori dalle decisioni europee in tema di governance economica. Lunedì sera, Cameron ci era andato giù pesante contro le regole «inutili» dell'Ue, che invece di «liberare la crescita, la soffocano». Serve una «riforma fondamentale» dell'Ue, aveva attaccato il premier britannico, che si era scagliato contro «i grandi piani e le visioni utopistiche» ed aveva invocato un'Unione Europea che abbia «la flessibilitá di un network, non la rigiditá di un blocco». Concetti che, c'è da scommetterci, ripeterá ai suoi interlocutori a Bruxelles e a Berlino.

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