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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2011 alle ore 12:27.

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Peggiorano le condizioni di vita dei bambini in Italia. Su 10 milioni e 229mila minori in Italia, sono quasi 2 milioni, 1.876.000 per la precisione, quelli che vivono in condizioni di povertà e il 18,6% in condizioni di deprivazione materiale. Si allarga la forbice tra Sud e Centro Nord. Ma anche nel Nord Est ben il 7% delle famiglie con minori non riesce a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni.

L'allarme è lanciato dalla seconda edizione dell'Atlante dell'Infanzia (a rischio), diffuso da Save The Children alla vigilia della Giornata dell'Infanzia che si celebra il 20 novembre. La crisi economica rischia quindi di pesare soprattutto su bambini e adolescenti, in assenza di misure specifiche di tutela. Negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con un minore è aumentata dell'1,8%, e del 5,7% quella di chi ha 2 o più figli. E in più: in un Paese che invecchia, rapidamente.

«Serve un'inversione di rotta immediata e porre la tutela dell'infanzia e adolescenza come una priorità delle scelte politiche-economiche, di un Paese che finora ha sempre investito molto nelle pensioni e molto meno di quanto avviene altrove per aiutare i minori, i giovani e le famiglie con figli», ha commentato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.

Più poveri al Sud
Dall'Atlante, oltre 150 pagine e 80 mappe tematiche su infanzia e adolescenza, spicca come due minori su tre in povertà relativa, e più di un minore su due in povertà assoluta, vivono nel Mezzogiorno. È in Sicilia la quota più alta di minori poveri (il 44,2%), seguita da Campania (31,9%) e Basilicata (31,1%) mentre Lombardia (7,3%), Emilia Romagna (7,5%) e Veneto (8,6%) sono le regioni con meno povertà relativa. Quanto ai bambini in povertà assoluta anch'essi si concentrano nel Sud Italia dove sono il 9,3% della popolazione minorile.

Bambini sempre più grassi, alta la dispersione scolastica
In Italia, ancora, sottolinea Save the Children si stima in un milione e
100mila i bambini sovrappeso, di cui quasi 400 mila obesi. È la Campania la regione con la più alta percentuale di bambini obesi (20,6% nella fascia di etá della terza elementare), seguita da Calabria (15,4%) e Puglia (13,6%) a fronte del 9,2% della media nazionale. A colpire è anche il fenomeno dell'abbandono scolastico: giovani tra i 16 e i 24 anni che hanno conseguito soltanto l'attestato di scuola secondaria di primo grado e che non partecipano ad alcuna attività di formazione: si stima siano un milione. In percentuale si va dal 12,1% del Friuli Venezia Giulia al 26% della Sicilia, seguita da Sardegna (23,9%), Puglia (23,4%), Campania (23%) e da alcune regioni del Nord come la Provincia di Bolzano (22,5%) e la Valle D'Aosta (21,2 per cento).

Alti e bassi della spesa per l'infanzia
Da segnalare infine il quadro frammentario dei finanziamenti all'infanzia. Lo studio sottolinea in particolare come il Fondo sociale nazionale pari a un miliardo di euro nel 2007 sarà ridotto a 45 milioni nel 2013. Rispetto poi ai servizi emergono grandi differenze da Regione a Regione. Basti pensare agli asili nido: in cima alla classifica l' Emilia Romagna dei cui nidi usufruiscono il 29,5% dei bimbi tra 0 e 2 anni, l'Umbria (27,7%), Valle D'Aosta (25,4%) a cui fanno da contraltare la Campania - in fondo alla lista - con il 2,7% dei bambini presi in carico dai nidi pubblici, o la Calabria con il 3,5 per cento. Per Neri «Basterebbe il 7% dei 29 miliardi ancora non impegnati di fondi europei per creare 100mila nuovi posti di asilo nido o strutture educative per l'infanzia nel Sud».

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