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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2011 alle ore 17:00.

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Il giorno dopo l'annuncio di Gianfranco Finisul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, resta alta la tensione sui costi della politica. A dare il "la" è il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che, dal suo profilo Facebook, mette in guardia da «trucchi ed edulcorazioni». «Già un anno fa - spiega l'ex pm - noi dell'Italia dei Valori avevamo chiesto al Parlamento di votare la nostra proposta di abolizione dei vitalizi. Ad eccezione dei nostri 22 deputati, il provvedimento è stato bocciato. Ci fa piacere che ora, in un clima diverso e più responsabile, si possa tener conto della nostra proposta di legge. Ci auguriamo che non facciano trucchi ed edulcorazioni».

Cazzola: basta demagogia, strada è un'altra
Insomma, i partiti provano a imboccare la strada della sobrietà, come auspicato dal premier Mario Monti, ma lo scontro non accenna a spegnersi. E anche il pidiellino Giuliano Cazzola mostra di non gradire i richiami lanciati ieri da Fini e Casini sulla necessità che la politica dia l'esempio. «Basta demagogia sull'assegno vitalizio dei parlamentari, soprattutto quando a farne uso sono un ex presidente ed un presidente della Camera dei deputati i quali, in materia e nell'esercizio delle loro funzioni, o non hanno agito o lo hanno fatto in maniera inadeguata o tardiva».

Alla Camera al lavoro una commissione ad hoc
Secondo Cazzola «la strada da seguire è un'altra» per una riduzione strutturale e definitva dei costi della politica. «I parlamentari - prosegue il deputato del Pdl - nell'ambito della loro attivita', devono fruire del medesimo trattamento pensionistico riservato a tutti i lavoratori: calcolo contributivo pro rata, analoghi requisiti per quanto riguarda l'età pensionabile e l'anzianità contributiva». Ed è questa la strada intrapresa dalla Camera che ha affidato a una commissione il compito di presentare una proposta a breve «affinché - chiarisce lo stesso Cazzola - possa essere assunta una formale decisione a fine anno, in sede di bilancio».

Bindi: i partiti devono fare di più
Nessuna decurtazione secca, dunque, ma una riorganizzazione degli assegni per allineare i vitalizi al criterio contributivo, come aveva già chiarito ieri uno dei questori della Camera, Antonio Mazzocchi (Pdl). E come fa capire oggi il presidente del Pd, Rosy Bindi, intervistata da Maria Latella su Sky Tg24. «Dalla prossima legislatura non ci sarà più il vitalizio o almeno non più in questa forma. Si apre una fase politica - spiega l'ex ministro - in cui i partiti devono fare di più».

Malan: anche Senato agirà sui vitalizi
Una strada analoga a quella della Camera sarà imboccata al Senato come aveva già precisato ieri il senatore del Pdl, Lucio Malan, segretario di presidenza a Palazzo Madama. «Nei prossimi giorni, il Consiglio di presidenza del Senato formalizzerà una decisione analoga a quella annunciata da Montecitorio. Ciò è del tutto in linea con quanto si è fatto in questi ultimi cinque anni, in cui le voci del trattamento economico dei senatori sono state ridotte , in cui in termini reali, tra il 16 e il 22%, e alte sono state del tutto eliminate».

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