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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2011 alle ore 19:52.

"Dobbiamo capire che non è la presenza fisica che conta e che va valorizzata, come avviene adesso in Italia: bisogna giudicare i nostri collaboratori per gli obiettivi raggiunti e per il grado di incisione sull'organizzazione e sul business, non per le ore passate davanti al computer – ha detto Janina Kugel, direttore Risorse Umane di Siemens -. Questo serve anche a non allontanare i talenti più giovani, nati nel benessere, che non hanno alcuna voglia di lavorare 70 ore alla settimana pur di fare carriera e finiscono per scendere dalla giostra prima ancora di salivarvi, generando uno spreco di talento inaccettabile".
Ma il talento va anche comunicato e riconosciuto dagli altri: colleghi e capi in primis. Come fare per costruirsi una solida reputazione personale e un network in grado di sostenere il percorso di carriera? Validi spunti sono giunti dal convegno di Milano da Cristina Finocchi Mahne, consigliere di amministrazione del gruppo Pms e membro del comitato direttivo della Fondazione Bellisario, e da Rosanna D'Antona, presidente di D'Antona & Partners Strategie di Comunicazione. ""Ecco sei consigli per costruire la leadership – ha detto Cristina Finocchi Mahne -: inserirsi in un network associativo partecipando attivamente alle sue attività (come ad esempio la Fondazione Bellisario che, grazie all'impegno della presidente e senatrice Lella Golfo, ha appena ottenuto il varo della legge sulle quote di genere nelle società quotate e a capitale pubblico). Poi, non eccedere nell'understatement, occorre una misurata modestia (tutto il contrario dell'atteggiamento solitamente mostrato dalle donne). Sapere sviluppare alleanze temporanee come avviene negli sport di squadra, ma anche sviluppare il senso dell'umorismo (perché si fa bene solo divertendosi nell'ambito della propria attività), stare nel posto giusto al momento giusto, circondarsi solo di persone che credono in noi tenendo lontane chi ha un influsso negativo". "E poi? Comunicare, comunicare, comunicare: gli obiettivi raggiunti ma non condivisi faticano a farsi largo da soli nelle imprese e nella società", ha detto Rosanna D'Antona.
Gli atti del convegno saranno disponibili online dal 28 novembre sul sito www.formazione.ilsole24ore.com: lì sarà disponibile anche la registrazione video dell'evento, che ha potuto contare anche sugli interessanti apporti di Aldo Bonomi, fondatore e direttore dell'istituto di ricerca Aaster, di Rania Azmi, economic advisor del fondo sovrano del Kuwait e membro della International Association for Feminist Economics, di Federico Capeci, direttore generale di Duepuntozero Research, di Sabrina Mossenta di Viadeo.com, di Claudio Ceper, partner Egon Zehnder International, di Ilaria Dalla Riva, direttore Risorse Umane Sky Italia, e di Monica Possa, che ricopre analoga posizione nel gruppo Rcs.
La discussione prosegue ora online, da parte degli utenti di Twitter e delle tantissime donne (e uomini) interessati a questi temi. Con l'auspicio che, riprendendo l'introduzione dei lavori di Alfonso dell'Erario, direttore editoriale del Gruppo 24 Ore, che "le donne conquistino la leadership grazie al loro merito, agli obiettivi raggiunti, al coraggio di prendere decisioni difficili, alla capacità di fare scelte controcorrente, ma mantenendo il sorriso. In fondo, il vero leader è chi ha dei sogni senza essere solo un sognatore".
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