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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2011 alle ore 17:22.

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In un commento su Les Echos,– "Il ni-ni di Merkozy" – Dominique Sieux fa notare che sul ruolo della Bce, vero nodo del vertice, la Merkel non si è spostata di uno iota, ma ha accettato il cessate il fuoco con Sarkozy: "Silenzio radio, nessuno dirà più alla Bce cosa deve fare, né in un senso né nell'altro".

Il vertice di Strasburgo ha però raggiunto il suo obiettivo nel ricucire con l'Italia: "Dopo la partenza forzata e desiderata da lunga data dell'indegno Silvio Berlusconi, si trattava di mostrare il ritorno di Roma nella famiglia delle grandi potenze europee. In via accessoria, Parigi e Berlino volevano cancellare la loro immagine di condominio che impone la sua volontà al resto d'Europa. Da questo punto di vista, l'appuntamento è riuscito".

Nel nuovo "ménage à trois", per La Tribune "L'Italia stenta a imporsi come arbitro del gioco europeo". Mentre il vertice di Strasburgo ha confermato la divergenza franco-tedesca, Roma, tornata al cuore delle discussioni, "ha il compito difficile di aprire la via a un compromesso".

Secondo La Tribune, i "vaghi impegni" sulle proposte di modifica dei trattati europei potrebbero soprattutto nascondere "divergenze profonde che impediscono di presentare soluzioni concrete". Il summit ha sancito l'entrata dell'Italia nel gioco europeo, dove Monti figura come arbitro. E trovare una via di mezzo è un compito "pesante e difficile".

La Germania resta sulle sue posizioni, constata il Nouvel Observateur. Con un gioco di parole, Libération titola "L'unione fa la farsa". Monti, favorevole agli eurobond, "ha ben tentato una conciliazione", dichiarando che certi temi "possono essere sdrammatizzati al'interno di una vera unione fiscale". Non se ne parla, ha risposto in sostanza la Merkel.

In compenso, il cancelliere ha trovato in Monti "un potenziale alleato" in materia di sanzioni contro tutti i Paesi che non rispettano i loro impegni di bilancio.

Molto critico nei confronti della Merkel, un editoriale di El Pais, intitolato: "Berlino contrattacca". La Merkel si impone con Sarkozy e a Monti, ma "non evita che i mercati premano sui titoli tedeschi". L'editoriale contesta la formula cara alla Merkel secondo cui "il mercato tornerà a pareggiare i tassi d'interesse" quando i deficit saranno stati corretti. Sono "lontani" i tempi in cui i mercati recepivano i fondamentali di un Paese, tra cui il deficit. "Un altro problema è che la Germania non vede che l'Europa sarà in recessione nel 2012", conclude l'editoriale.

La Merkel è protagonista in negativo dei titoli sulla stampa spagnola: "Merkel impone la sua soluzione di unione fiscale a Parigi e Roma e scarta gli eurobond", "Merkel sotterra il dibattito sugli eurobond e il documento sulla Bce" (El Pais), "Merkel impone il suo rifiuto degli eurobond a Sarkozy e Monti".

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