Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2011 alle ore 15:02.

Come era facilmente intuibile per la liberazione della motonave italiana Rosalia D'Amato, rilasciata ieri mattina dai pirati somali, è stato pagato un riscatto consistente. Ieri il comandante Carlo Muccio, responsabile della sicurezza per la società armatrice partneopea Perseveranza di Navigazione, aveva dichiarato che "sicuramente da parte nostra non è stato pagato nessun riscatto".
Difficile dire chi abbia pagato, armatore, servizi segreti, canali diplomatici o società assicurative, ma un riscatto è stato consegnato ai pirati che del resto non hanno mai liberato nessuna nave catturata in assenza del denaro pattuito. A confermare l'avvenuto pagamento un documentato articolo di Massimo Alberizzi, corrispondente del Corriere della Sera da Nairobi, nel quale si legge che un aereo bimotore della compagnia kenyota Tropic Air avrebbe sorvolato alcune volte il mercantile italiano per assicurarsi che tutti i membri dell'equipaggio fossero presenti prima di lanciare dal finestrino pacchi di banconote in tagli da 100 dollari. Una tecnica che può apparire improvvisata ma che, come confermano al Sole 24 Ore fonti militari esperte nelle operazioni di contrasto ai pirati, è già stata adottata in numerose occasioni proprio per soddisfare l'esigenza dei pirati di incassare il denaro in contanti.
Nessun dettaglio circa l'ammontare del riscatto ma secondo indiscrezioni circolate il mese scorso le trattative in corso riguardavano una dozzina di milioni di dollari. Intanto la motonave italiana si troverebbe ancora in acque somale, ancorata a 6,52 gradi nord, poco più a sud della posizione dell'altra nave, la Savina Caylyn, in mano a un altro gruppo di pirati dall'8 febbraio.
L'equipaggio e l'imbarcazione si trovano però al sicuro. Nella notte è giunto nell'area il cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria che ha sbarcato sulla motonave un team di sicurezza di fanti di Marina del Reggimento San Marco e un medico militare che ha visitato I 22 membri dell'equipaggio, 16 filippini e 6 italiani.
"L'equipaggio sta bene, relativamente bene visto lo stato in cui sono stati per tanti mesi" ha dichiarato l'ammiraglio Gualtiero Mattesi a bordo del Doria, nave comando dell'operazione antipirateria della Nato "Ocean Shield".
"Il nostro dottore è salito a bordo e ha fatto una vista a tutti quanti e confermato che non c'è alcun problema". Il mercantile, ha aggiunto l'ammiraglio, "si è allontanato dalla zona di ancoraggio dove è stato per tanto tempo, portandosi un po' più al largo"
L'ammiraglio ha confermato in mattinata che la Rosalia D'Amato "non appena sarà in grado di navigare dirigerà su un porto dell'Oman e lì farà il ricambio dell'equipaggio" ma ha detto di non poter confermare il pagamento del riscatto. Le ultime notizie indicano che la nave, scortata dal Doria, ha iniziato la navigazione verso l'Oman dove arriverà tra 5/6 giorni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA