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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2011 alle ore 19:17.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2011 alle ore 13:41.

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L'arrivo del Presidente del Consiglio Mario Monti alla Stazione Termini di Roma oggi 28 novembre 2011. (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)L'arrivo del Presidente del Consiglio Mario Monti alla Stazione Termini di Roma oggi 28 novembre 2011. (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Per il completamento della squadra di governo si avvicina la stretta finale. Il Consiglio dei ministri è stato infatti convocato stasera, a Palazzo Chigi, per la nomina dei sottosegretari di Stato e l'esame di leggi regionali in scadenza. Dopo gli stop and go della scorsa settimana, il premier Mario Monti è dunque riuscito a trovare la quadra prima della partenza per Bruxelles martedì.

Monti al Quirinale da Napolitano dopo una riunione al Mef
Proprio per preparare al meglio la trasferta europea, il presidente del Consiglio è salito poco dopo le 13 al Quirinale per un colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo una parentesi al ministero dell'Economia, dove il premier ha incontrato gli "sherpa" di Via XX Settembre in vista delle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin previste per domani e dopodomani a Bruxelles.

L'ultimo giro di contatti prima del Cdm
A palazzo Chigi si è lavorato tutto il fine settimana alla stretta finale sulla squadra di governo. Il sottosegretario Antonio Catricalà ha tenuto le fila del dossier, in coordinamento con i singoli ministri. Ma manca ancora qualche tassello per comporre il puzzle di nomi e deleghe che sarà presentato stasera nel Consiglio dei ministri. Prima di formalizzare la lista, il premier vuole infatti portare a termine il giro di contatti con i leader dei partiti che compongono la nuova larga maggioranza. «Per me va bene anche se i sottosegretari li fanno tra un mese», aveva detto ieri il segretario del Pdl Angelino Alfano.

La difficile quadratura a causa dei veti incrociati dei partiti
I veti politici hanno però reso più intricato il dossier e indotto Monti ancora una volta a optare, nell'ambito di una squadra quanto più snella possibile (trenta al massimo) per soli '"tecnici", per quanto '"di area". Intanto, i nodi più spinosi da sciogliere restano quelli di Economia, Giustizia e Comunicazioni. A via XX Settembre arriverà con molta probabilità come vice Vittorio Grilli che dovrebbe sciogliere positivamente la riserva (l'offerta è un doppio incarico: viceministro e direttore generale del Tesoro). Mentre i veti incrociati dei partiti hanno reso complicata una decisione su Giustizia (il nome di Giovanni Ferrara sembra tramontato) e Comunicazioni (dove Corrado Passera potrebbe tenere la delega), per la delega alle infrastrutture, invece, è in arrivo Mario Ciaccia (ad di una controllata dell'ex banca del ministro). Per l'energia gli ultimi rumors danno in corsa Tullio Fanelli come favorito. Per il resto, ai Rapporti con il Parlamento si fanno i nomi di Federico Toniolo e Antonio Malaschini, all'Editoria di Carlo Malinconico, alla Cultura di Paolo Peluffo. E ancora Francesco Verbaro alla Funzione pubblica, Antonio Rughetti agli Interni, Carlo Dell'Aringa al Welfare.

Berlusconi: Monti non è in ritardo, lasciatelo lavorare
Intanto, però, in difesa del premier interviene l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che risponde così a chi lo interpella su un presunto ritardode del nuovo esecutivo. «Monti non è in ritardo, è appena arrivato e si deve occupare di cose di enorme complessità ma lasciatelo lavorare». Riguardo poi alle misure allo studio del nuovo governo, per Berlusconi «quelle che Mario Monti ha portato in Europa sono misure già varate dal mio governo e per il 55% già approvate dal Parlamento con la legge di stabilità». (Ce. Do.)

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