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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2011 alle ore 13:39.

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Semaforo verde dell'aula della Camera al disegno di legge che introduce nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio, così come chiesto dall'Europa. Voti a favore 464, mentre non si é registrato nessunoto contrario. Le astensioni, invece, sono state undici. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Soddisfatto il neo ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che ha ringraziato l'aula e i presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio con uno "chapeau". Visto che si tratta di un un disegno di legge costituzionale, dopo il voto di palazzo Madama serviranno altri due passaggi parlamentari per giungere all'approvazione definitiva. L'articolo 1 del disegno di legge, che modifica l'articolo 81 della carta, sancisce il principio del "pareggio di bilancio", in base al quale lo Stato, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'unione europea, assicura "l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio".

Iter rapido anche al Senato
Un testo più temperato rispetto a quello varato dal precedente governo, visto che l'equilibrio del bilancio é "assicurato tenendo conto delle diverse fasi, avverse o favorevoli, del ciclo economico, prevedendo verifiche, preventive e consuntive, nonché misure di correzione". Da domani il testo è al Senato per un passaggio rapido, in modo da permettere la doppia lettura da parte delle Camere e l'approvazione definitiva entro il 28 febbraio 2012. L'approvazione quasi all'unanimità della legge, non solo eviterà il referendum confermativo, previsto per le riforme costituzionali approvate con meno dei due terzi dei consensi, ma è anche un indicazione all'Europa e ai mercati che il rigore fiscale è una scelta dell'intero Paese. Le astensioni sono infatti giunte da singoli deputati, mentre tutti i gruppi hanno votato sì, compresa la Lega che è all'opposizione.

I contenuti della riforma dell'articolo 81
La riforma demanda a una legge ordinaria di attuazione il compito di definire innanzi tutto quali sono gli «eventi eccezionali» che permettono lo sforamento di bilancio, tra cui sono annoverate «gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamità naturali». In caso di sforamento ci dovrà però essere anche un «piano di rientro». Insomma se un anno finisce in deficit poi andrà recuperato e non finirà per accrescere il debito. E comunque la legge attuativa indicherà anche quale sarà il «limite massimo dello scostamento ciclico cumulato rispetto al Pil, al superamento del quale occorre intervenire con misure correttive». Il che significa che se il deficit supererà tale limite sarà obbligatorio per il governo in carica fare una manovra, senzatemporeggiare o demandare la grana a chi gli succede. Nella legge di attuazione ci sarà la seconda grande novità, anch'essa richiestaci da Europa e mercati: essa istituirà «presso le Camere, nel rispetto della relativa autonomia costituzionale, un organismo indipendente al quale attribuire compiti di analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica e di valutazione dell'osservanza delle regole di bilancio». Qualcosa di analogo al «Congressional Budget Office» (Cbo) che esiste nel Congresso degli Usa. La Ue aveva chiesto un organismo indipendente dal Governo ma anche dal Parlamento per evitare situazioni in cui la maggioranza fosse indulgente con il proprio governo. Alcuni deputati hanno lamentato un depauperamento delle tipiche prerogative di controllo del Parlamento. Anche per questo la riforma afferma, forse in modo pleonastico ma recependo un emendamento Pd-Pdl (Gianclaudio Bressa e Peppino Calderisi), che «le Camere esercitano la funzione di controllo sulla finanza pubblica con particolare riferimento all'equilibrio tra entrate e uscite, nonchè alla qualità e all'efficacia della spesa delle pubbliche amministrazioni». Il che prelude alla nascita di un Super-Servizio di Bilancio al Senato e a Montecitorio.

Enrico Letta (Pd): la Costituzione si cambia con intese bipartisan
Per Enrico Letta (Pd) il sì della Camera ha una doppia valenza: contribuisce a ridare credibilità all'Italia e ristabilisce il principio che la Costituzione si cambia con un'intesa bipartisan. «Il voto di oggi sull'articolo 81 fa fare un passo avanti decisivo alla credibilità dell'Italia», ha sottolineato il vicesegretario del Pd intervenendo in Aula. «È un momento storico anche perchè si riprende l'antica e saggia abitudine di cambiare insieme la Costituzione, cosa che sia da una parte che dall'altra avevamo colpevolmente disimparato», ha sottolineato. Quanto alla difficile situazione di crisi, per Letta va affrontato con un'Europa più unita. «L'Italia è decisiva per fare gli Stati Uniti d'Europa», ha assicurato, «l'asse franco-tedesco non basta. Anzi va detto con forza che non funziona l'idea che ci siano due giocatori che fanno anche gli arbitri e gli allenatori. Ora è il momento dell'Europa politica».

Casero (Pdl); ora equità intergenerazionale
L'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione segna «la fine del ciclo del debito» e l'inizio di un nuovo ciclo, quello «dell'equità
intergenerazionale». Lo ha detto Luigi Casero, annunciando in aula della Camera il sì del Pdl alla riforma dell'articolo 81 della Costituzione. La riforma costituzionale dell'articolo 81, ha detto Casero, «è importante non solo per il presente, ma anche per il futuro, e in particolare per le future generazioni». L'ex sottosegretario all'Economia ha ricordato che dopo il pareggio di bilancio ottenuto nel 1875 da Minghetti, tale obiettivo non è stato più raggiunto: «ora ci vediamo costretti - ha proseguito - dalla crisi dei debiti sovrani a raggiungere in pochi anni tale pareggio e a introdurre un vincolo nella nostra

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