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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 15:55.

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Mentre si viene a sapere che il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrerà il segretario al Tesoro americano, Tim Geithner, il 7 dicembre a Milano, continuano le prese di posizioni e il lavorio di avvicinamento al varo della manovra del 5 dicembre. Il capitolo più sensibile, come prevedibile, pare essere quello della previdenza, tema sul quale l'Europa ci chiede (e il governo ha intenzione) di agire con riforme strutturali.

L'esecutivo «è disponibile al dialogo, in questo senso si è già espresso il presidente del Consiglio, si tratta di trovare una finestra di opportunità perché abbiamo un vincolo di tempo che dobbiamo rispettare», è quanto ha detto oggi il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ai giornalisti. Il vincolo di tempo è la decisione di varare le misure economiche il 5 dicembre, quando è stato convocato il Consiglio dei ministri per approvare la manovra.

Una delle misure sulle pensioni sarà «l'introduzione del metodo contributivo pro-rata per tutti nel Consiglio dei ministri lunedì prossimo» anche per coloro che si sono tirati fuori finora», ha spiegato Fornero, che ha inoltre indicato che il governo intende «accelerare l'adeguamento dell'età di pensionamento delle donne rispetto a quanto stabilito dal precedente governo».

Il Governo è però alle prese con le richieste di incontro da parte delle forze sociali. Così mentre il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ieri ha spiegato che 40 anni di lavoro è un numero magico e intoccabile in materia di pensioni, oggi il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni ha ribadito la richiesta di un incontro con il Governo.

Le misure per la stabilizzazione dei conti pubblici - ha invece spiegato uil segretario del Pd, Pierluigi Bersani - devono essere caratterizzate da «equità» e «devono essere il meno possibile recessive, serve occhio all'esigenza dei consumi, dei redditi, delle situazioni più difficili, dei redditi popolari». In un'intervista a Youdem.tv Bersani ha anche ricordato che «il Pd ha le proprie proposte e ci aspettiamo che davanti a queste idee non si rimanga sordi o disattenti».

Bersani ha ribadito che «il principio ispiratore della manovra per il Pd è che chi ha di più deve dare di più» e che il Paese è di fronte a «uno sforzo collettivo davanti al quale ciascuno deve prendersi la sua responsabilità. Noi chiediamo una cosa fondamentale: l'equità. Chi ha di più deve dare di più, questo è il punto».

Il segretario assicura che il Pd «è pronto a sostenere questo Governo anche se non farà il 100% di quello che faremmo noi. Credo che questo debba essere condiviso un pò da tutti» ma «detto questo, una delle cose che chiediamo è di non tenere al riparo in questa vicenda chi ha di più».

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