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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 13:49.
Don Luigi Verzè, il sacerdote che ha fondato il San Raffaele, si assume la responsabilità morale e giuridica di quanto accaduto nell'ospedale. Lo scrive egli stesso, in una lettera ai pm che stanno indagando sul buco di bilancio del centro sanitario milanese e al cda della fondazione San Raffaele del Monte Tabor.
«Con questa mia lettera - spiega il sacerdote, che ha detto di non poter 'più tacere con il rischio che il mio silenzio danneggi molti e in particolare l'Associazione dei Sigillì - mi offro al giudizio di tutti, dei signori Pubblici Ministeri, del cda, dell'opinione pubblica, e rivendico l'intera responsabilità morale e giuridica di quanto avvenuto per il San Raffaele; ne rivendico peraltro anche la fondamentale importanza del suo esistere e del suo perpetuarsi nella panoramica della cultura e della sanità».
Don Verzè conclude auspicando di avere «anche la forza (fisica) di affrontare dinanzi a tutti questo passo, al quale non ho intenzione di sottrarmi» e di sapere «ora cosa significa essere Cristo tempestato da insulti, sulla croce. Fa parte del mio programma sacerdotale».
L'aereo privato del San Raffaele fu acquistato per risparmiare tempo e fatiche al fondatore don Verzé nei suoi viaggi necessari a diffondere la dottrina del San Raffaele. E' quanto scrive lo stesso sacerdote, fondatore dell'ospedale, in riferimento all'aereo privato acquistato dalla Fondazione per circa 20 milioni in base a quanto emerso nell'indagine sul dissesto finanziario del gruppo. "Sì, é vero - si legge nella lettera indirizzata al cda della Fondazione, ai magistrati e alla stampa - un aereo il dott. Mario Cal, mio vice presidente esecutivo, mi propose di acquistarlo per risparmiare tempo e fatiche, sempre disponibile per andare in India, a Dharamsala (Tibet), in Africa, in America Latina, oltre che a Roma, a Cagliari, ad Olbia, a Taranto, in Sicilia ecc, dove la dottrina del San Raffaele venisse conosciuta e realizzata: dare tutto quello che si é e quello che si ha per guarire gli ammalati anche poverissimi come insegna Gesù: "Andate, insegnate, guarite, mondate i lebbrosi".
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