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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 14:13.

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La Fed è stata davvero il prestatore di ultima istanza di cui si parla in questi giorni per la Bce. Ma nel senso più prosaico del termine, cioè di finanziare il sistema finanziario americano in modo così vantaggioso e in dimensione tali che nessuno aveva osato nemmeno lontanamente immaginare. Finora si pensava che il conto per salvare il sistema bancario americano fosse stato solo quello del contestatissimo piano Tarp (Troubled Assets Relief Program), approvato dal Congresso di Washington a tambur battente il 3 ottobre 2008 al termine della presidenza repubblicana di George W. Bush.

Ora invece si scopre la vera cifra del salvataggio grazie alla ricerca fatta dall'agenzia di stampa americana Bloomberg che ha scoperto dopo un paziente lavoro di investigazione preziose carte della Fed che dimostrano il conto totale per salvare le banche "too big to fail", troppo grandi per fallire e che rischia di diventare il tema portante della prossima campagna elettorale per le presidenziali del 2012 con un presidente Obama messo all'angolo dai liberal del partito democratico per troppa cautela nel riformare il sistema finanziario.

Qual è dunque il conto reale della disinvoltura dei banchieri americani sula bolla dei mutui subprime e derivati? Si tratta di ben 7.700 miliardi di dollari di liquidità immessi sul mercato bancario a tassi vicino alla zero dalla Federal Reserve, la Banca centrale Usa, nel sistema finanziario americano durante la crisi del 2007-2009, tenuto conto che Lehman Brother fallì il 15 settembre 2008 con effetti devastanti in tutto il mondo.

LE CIFRE DEGLI AIUTI. La cifra di 7.700 miliardi di dollari a favore di Wall Street, pari alla metà del Pil americano che viaggia attorno ai 14mila miliardi di dollari, è ben 10 volte il cosidetto TARP, il fondo di salvataggio per le banche varato nel 2008 dal governo Bush e poi amministrato dal ministro del Tesoro democratico di Barack Obama, Timothy Geithner. Soldi che hanno mascherato in realtà un salvataggio alla greca ma molto più costoso, a carico degli ignari contribuenti americani e hanno procurato agli istituti di credito americani plusvalenze extra per 13 miliardi di dollari.

I 7.700 miliardi di dollari di prestiti alle banche Usa sono un'enormità rispetto ai 340 miliardi di euro dati alla Grecia: 110 miliardi Ue-Fmi nel maggio 2010, più i 130 miliardi di euro di ulteriori aiuti che sono stati decisi il 26 ottobre 2011 a Bruxelles e i 100 miliardi di euro che le maggiori banche private perderanno se l'accordo andrà in porto con l'haircut del 50% dei bond ellenici per un totale complessivo di aiuti di 340 miliardi di euro. Bruscolini insomma rispetto al mega salvataggio americano, per di più fatto alla chetichella senza alcuna richiesta di cambiare le regole o i comportamenti, operato a favore delle banche americane.

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