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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2011 alle ore 15:50.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2011 alle ore 16:35.

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Il presidente della Repubblica ha emanato il decreto legge recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità ed il consolidamento dei conti pubblici approvato domenica dal Consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti. Oggi stesso il decreto anti-crisi è giunto alla Camera: ha 49 articoli ed è costituito da 156 pagine. Nella manovra le nuove misure per le pensioni, la tassazione della casa e di beni di lusso come auto potenti, barche e aerei, l'aumento di due punti dell'Iva. Fra le misure l'aumento immediato per le accise sui carburanti: +8,2 cent al litro per la benzina e +11,2 cent per il diesel.

Guarda il video con il decreto salva-Italia in pillole

Berlusconi: senza noi l'esecutivo Monti non reggerebbe
«Al governo non faremo mancare il nostro supporto», ma Mario Monti deve tenere conto che «siamo il principale sostegno» al suo esecutivo e «senza di noi non reggerebbe», avrebbe detto Silvio Berlusconi, durante l'ufficio di presidenza del Pdl. «Bisogna avviare subito un tavolo di lavoro sulla legge elettorale per eventuali modifiche», ha detto il Cavaliere, che ha poi affidato l'incarico ai due capigruppo alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

Berlusconi: voteremo manovra per senso di responsabilità (di Celestina Dominelli)

Fini: nessuno si può assumere la responsabilità di bruciare la manovra
La manovra del Governo «è certamente indispensabile per evitare il fallimento dell'Italia», ha detto a Trieste il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Per Fini, il decreto del Governo «nonostante alcune polemiche credo che si possa definire comunque all'insegna di una sostanziale equità. Adesso ovviamente l'ultima parola spetta alle Camere». Il presidente della Camera ha detto di pensare che nessuno possa assumersi la responsabilità di bruciare la manovra «perchè - ha spiegato - tutti hanno perfettamente chiaro che è l'ultima occasione possibile per l'Italia per uscire da una condizione di assoluto pericolo».

Testo blindato nelle cifre
In Parlamento arriva un testo «blindato nelle cifre», ma sul quale sarebbe possibile qualche modifica. Dopo aver superato il vaglio preventivo di costituzionalità del Colle e l'accertamento dei requisiti di straordinarietà e urgenza richiesti da un decreto legge, il testo è entrato alla Camera.

A Montecitorio già messo a punto il calendario delle audizioni
La commissione Bilancio di Montecitorio ha messo a punto un calendario di massima per l'esame del decreto, in attesa di sapere se la discussione del provvedimento avverrà o no in congiunta con la Finanze. Previsto un calendario di audizioni che vedrà sfilare domani Rete imprese Italia alle 12,30, Cgil, Cisl, Uil e Ugl alle 15,30, l'Istat alle 17 e Confindustria alle 18,30. Si passa poi a venerdì mattina con la Banca d'Italia alle 9,30 e la Corte dei conti alle 11. Sono state chieste anche le audizioni dell'associazione dei farmacisti e l'Adepp (casse privatizzate), su cui si esprimerà la rpesidenza. L'esame dovrebbe iniziare giovedì, mentre il termine degli emendamenti potrebbe essere fissato venerdi alle 10. Le votazioni dovrebbero occupare il fine settimana, visto che il decreto é atteso martedì 13 dicembre in aula per la discussione generale.

Iter rapido per chiudere il 23 dicembre al Senato
I partiti sono già al lavoro per studiare gli emendamenti da proporre, tenendo conto che comunque si tratta di un testo blindato per superare l'esame dei mercati e dell'Europa. La Camera dovrebbe licenziare il testo il 17 dicembre e passare subito all'esame di Palazzo Madama, dove il testo dovrebbe essere licenziato prima di Natale, entro il 23 dicembre. I tempi stretti fanno pensare alla possibilità di un voto di fiducia in tutti e due i rami del Parlamento.

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