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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2011 alle ore 20:15.

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Di Celestina Dominelli
Nulla di fatto dopo le due ore di confronto tra il premier Mario Monti e i sindacati sulla manovra anti-crisi. Cgil, Cisl, Uil e Ugl confermano così lo sciopero unitario di tre ore proclamato per lunedì e tutte le iniziative di mobilitazione annunciate mercoledì scorso.

«L'incontro si è concluso con il generico impegno di tener conto di ciò che ha detto il Parlamento e di ciò che abbiamo detto noi in questi giorni», spiega la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, in una conferenza stampa dopo la riunione di Palazzo Chigi. «Se la soluzione - aggiunge - si chiama indicizazione e Imu non risponde alle richieste che abbiamo fatto».

I sindacati: nessuna risposta alle nostre richieste
Insomma, sulle pensioni e sulla richiesta di maggiore equità nel pacchetto anti-crisi, i sindacati non trovano le risposte attese da parte dell'esecutivo. «La condizione che vive il Paese è molto grave e bisogna agire rapidamente, ha detto Monti, e ne siamo convinti ma le posizioni restano distanti perché bisogna trovare soluzioni con senso di equità, che sono cose concrete. Ci vuole ancora più equità», aggiunge Raffaele Bonanni, numero uno della Cisl. Confermata dunque la protesta di lunedì, ma anche tutte le iniziative collegate con i presidi davanti a Montecitorio e alle prefetture. «Non abbiamo trovato elementi tali - aggiunge Bonanni - che ci inducessero a non scioperare domani». Purtroppo, chiarisce ancora Luigi Angeletti, segretario della Uil, «non abbiamo ricevuto risposte che ci mettessero nella condizione di revocare lo sciopero. È stato un incontro dal risultato del tutto insoddisfacente». Sulle poche cose che ritenevamo necessarie, sottolinea poi Giovanni Centrella, segretario della Uil, «non abbiamo registrato alcuna apertura».

Decreto verso la fiducia
Intanto, però, si continua a lavorare sulle possibili modifiche al decreto, ma il problema delle risorse resta in piedi. I possibili correttivi sulle pensioni, a cominciare dallo sblocco della deindicizzazione, e sull'Imu in modo da alleggerire il carico sulle famiglie più numerose e basso reddito, richiedono infatti 4-5 miliardi di coperture che al momento non sono state trovate. Ed è ormai quasi certa, anche se manca ancora l'ufficializzazione, la strada della fiducia per accelerare l'iter parlamentare del pacchetto anti-crisi.

Relatori e gruppi al lavoro sugli emendamenti
Nel corso del pomeriggio di domenica sono proseguiti comunque i contatti tra governo, relatori (Pier Paolo Baretta del Pd e Maurizio Leo del Pdl) e partiti, per valutare i correttivi presentati al decreto. «Stiamo lavorando sugli emendamenti presentati dai parlamentari - spiega Baretta al Sole24ore.com - ne abbiamo scremato 250 rispetto ai 1400 depositati in Commissione e, di questi, 5-6 hanno ricevuto parere favorevole del Governo e dei relatori». Ora le commissioni Bilancio e Finanze della Camera proseguiranno con la discussione sulle proposte di modifica e dovranno fissare una precisa road map per l'iter del decreto, atteso martedì in aula.

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