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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2011 alle ore 15:29.

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"Non sono i target globali che salveranno il pianeta, ma le misure concrete prese dalle comunità locali". Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, reduce da Durban e dal clamoroso fiasco delle diplomazie mondiali sulle politiche per il clima, si è consolato ieri a Firenze tra i 400 sindaci ospiti di Matteo Renzi per il consiglio dell'United Cities and Local Governments, la più grande organizzazione internazionale dei governi locali, con oltre 1000 città e 112 associazioni provenienti da 36 Paesi.

"E' urgente sviluppare un rapporto proficuo fra i governi centrali e le città, per riuscire a trasformare il sistema energetico mondiale", ha detto il ministro alla tavola rotonda della sessione plenaria, dedicata al tema della sostenibilità, cui hanno partecipato fra gli altri Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi, e Kadir Topbas, sindaco di Istanbul e presidente dell'Uclg.

"Bisogna uscire dalla logica dei grandi impianti di generazione e delle reti lunghe di trasmissione dell'energia elettrica, che comportano forti inefficienze per il sistema", ha detto Clini con la consueta precisione. "L'efficienza di una grande centrale alimentata con i combustibili fossili arriva nella migliore delle ipotesi al 50 per cento", ha spiegato Clini, specificando che in questo modo si perde metà dell'energia immessa sotto forma di combustione di gas, olio o carbone.

"Un altro 15 per cento va perso nella trasmissione sulle reti ad alta tensione", ha aggiunto. "La generazione distribuita di energia con le fonti rinnovabili raggiunge invece livelli di efficienza almeno del 30 per cento più alti e quindi ha molto più senso dal punto di vista industriale", ha detto Clini.

"La crescita della generazione distribuita da fonti rinnovabili è una svolta importante, perché lega per la prima volta la produzione di energia ai territori", ha sostenuto Clini. "E' una grandissima occasione per cambiare le nostre abitudini e sviluppare una mentalità più consapevole in materia di efficienza energatica", ha fatto notare. E' chiaro che i comportamenti cambiano più facilmente se gli impianti di generazione elettrica e la gestione dei sistemi di distribuzione non è più remota, ma vicina a casa nostra, spesso addirittura dentro casa nostra, nel caso dei consumatori che diventano anche produttori, i cosiddetti "prosumer", che diventano autonomi installando i pannelli solari sul tetto e vendono energia alla rete invece di comprarla.

"Il sistema dei grandi monopoli che hanno dominato il mondo dell'energia negli ultimi cinquant'anni non è più compatibile con la necessità di uno sviluppo sostenibile", ha commentato Clini, prevedendo la nascita di un sistema diverso, guidato da dinamiche bottom up invece che top down e quindi più facile da governare a livello locale. Il futuro dell'energia e della crescita sostenibile, insomma, è in mano ai sindaci, alle piccole imprese di distretto, alle reti sinergiche. Una grande opportunità di crescita e una responsabilità di non poco conto.

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